LECCO – Si addobba di fiocchi rosa e blu la quinta puntata di Day Hospital, la rubrica che LeccoNotizie dedica alla realtà dell’Azienda Ospedaliera di Lecco e che oggi ci porta a visitare il reparto di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale dell’ospedale Manzoni di Lecco.
La struttura, che si occupa di nati prematuri e neonati con serie patologie, è parte di una rete di terapia intensiva neonatale di livello regionale che offre assistenza non solo all’area lecchese, ma anche agli ospedali della provincia di Sondrio e dei presidi limitrofi della provincia Como, quali l’ospedale di Erba e Gravedona. In effetti, l’attrezzatura in dotazione al reparto consente di far fronte al trasporto d’emergenza di qualsiasi tipologia di neonato in piena autonomia, anche attraverso l’utilizzo dell’eliambulanza che permette di coprire un vasto territorio (con circa 90 trasporti critici all’anno) e sulla quale opera lo stesso personale della Terapia Intensiva Neonatale del Manzoni.
Inoltre, l’ospedale lecchese è sede operativa del Network neonatale italiano, una rete che raggruppa oltre 90 centri italiani di Terapia Intensiva Neonatale con l’obbiettivo di “migliorare la qualità della sicurezza delle cure destinate ai neonati e alle loro famiglie attraverso programmi coordinati di ricerca, formazione e progetti innovativi”, ha spiegato il Dott. Roberto Bellù, dal 2004 a capo della struttura di Neonatologia e Terapia Intensiva Neonatale.
Con oltre 24 anni di esperienza in pediatria e patologia neonatale, tra la Clinica Pediatrica V dell’Università di Milano e l’ospedale Manzoni, il Dott. Bellù vanta un autorevole curriculum come docente e ricercatore scientifico che lo ha visto, tra le altre cose, prendere parte al panel di esperti dell’Istituto Nazionale della Nutrizione per la stesura dei L.A.R.N. e socio fondatore della Società Italiana di Nutrizione Pediatrica. Autore di ben 157 lavori scientifici, è intervenuto a 12 congressi internazionali ed è stato relatore per 84 congressi nazionali.
Recentemente il Dott. Bellù è salito agli onori della cronaca insieme al primario di Chirurgia Pediatrica, il Dott. Marco Bernardi, per il salvataggio della piccola Camilla, bambina nata prematura e con un’anomalia all’esofago, strappata alla morte grazie ad una delicata operazione chirurgica compiuta dai medici dell’Ospedale Manzoni di Lecco: “ Ci siamo trovati dinnanzi ad una combinazione di fattori diversi , una grave anomalia congenita insieme ad una grave prematurità. Un caso molto raro ed averlo affrontato con successo ci ha reso orgogliosi” ha commentato Bellù.
“Ogni anno – ha proseguito – ci occupiamo di circa una cinquantina di neonati gravemente prematuri, si tratta si bambini nati sotto le 32 settimane, alle volte anche intorno alle 23-24 settimane. Fortunatamente il limite di sopravvivenza si è abbassato notevolmente e bambini per cui fino a qualche anno fa non si parlava di sopravvivenza ora, grazie a miglioramenti tecnologici assistenziali, è possibile salvare anche neonati dal peso intorno ai 500 grammi. Ciò è possibile attraverso terapie respiratorie e di sopporto nutrizionale; tra queste ultime, la valorizzazione del latte materno assume il ruolo principale: infatti, riusciamo a fornire il latte della propria mamma a circa il 70% dei neonati e ai restanti attraverso la collaborazione con Banca del Latte”.
“Per un neonato – ha sottolineato il primario – la propria mamma ed il proprio papà sono elementi sostanziali e insostituibili dell’assistenza; non si tratta di semplici visite al bambino, ma di una vera e propria terapia. Non può esserci una buona cura del neonato se non sono presenti i genitori”.
Così, il reparto resta aperto 24 ore su 24 nelle due sezioni che lo compongono, il nido e la sala di terapia intensiva neonatale, nelle quali operano dieci medici e ben 48 infermiere.
Strumento indispensabile è la termoculla, un’attrezzatura in grado di sostituire l’utero materno: un ambiente confortevole, caldo ed in grado di proteggere il neonato non solo dai germi ma anche dagli stimoli esterni come la luce, i rumori e gli odori cattivi, i quali potrebbero provocare effetti negativi sullo sviluppo del sistema nervoso centrale del bambino.
Il reparto dispone poi di ulteriori macchinari utilizzati per supplire i deficit di neonato pretermine o affetto da particolari patologie; tra questi un’importanza rilevante è assunta dai ventilatori meccanici sfruttati nelle terapie respiratorie e da poco rinnovati grazie all’investimento voluto dall’Azienda Ospedaliera.
Come già anticipato, il reparto si occupa anche di neonati affetti da patologie più o meno gravi come infezioni, anomalie congenite, asfissia e problemi respiratori o gastroenterologici. Complessivamente sono circa 350 i casi trattati ogni anno.
“Anche nelle situazioni più disperate c’è sempre un percorso di cura che permetta di riabilitare per quanto possibile il bambino o rendere più tollerabile un certo tipo di patologia – ha rivelato il Dott. Bellù – Il nostro è un compito di assistenza particolarmente rilevante e sfidante, che inizia dall’accertamento della patologia del neonato per arrivare fino al sostegno psicologico della famiglia, le quali possono permanere in reparto per mesi, fino al completamento della terapia. Con loro, si crea quindi una particolare convivenza”.
Lunghe le permanenze dei genitori in ospedale, che il reparto agevola con la disponibilità di una saletta ristoro tutta per loro, con addirittura una cucina.
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