In chiesa la Santa Messa e le premiazioni
“Nonostante il covid ci tenevamo a essere qui per questo anniversario”
CALOLZIOCORTE – Una festa un po’ ridimensionata nel programma a causa del covid, sicuramente non nel suo significato con un messaggio, quello del dono, che dopo 55 anni resta il faro di un’associazione che ha tagliato un importante traguardo.
Nella mattinata di oggi, domenica 18 ottobre, la chiesa arcipresbiterale di Calolzio ha ospitato la festa dell’Avis. Presenti il sindaco di Caolzio Marco Ghezzi con il vicesindaco Aldo Valsecchi, il sindaco di Erve Giancarlo Valsecchi (l’Avis di Erve fa parte del gruppo di Calolzio) e tante associazioni del territorio.
Per l’occasione l’Avis ha donato ai presenti una speciale bottiglia di vino rosso con l’etichetta dell’anniversario. La giornata è cominciata con il ritrovo in piazza Arcipresbiterale, quindi la Santa Messa celebrata da don Giancarlo Scarpellini. Al termine le premiazioni dei soci con le tradizionali medaglie.
“Nonostante il covid abbia stravolto i nostri programmi ci tenevamo a essere qui per celebrare questo anniversario – ha detto la presidente Roberta Galli -. Un grazie alle amministrazioni comunali di Calolzio e Erve e a tutte le associazioni che hanno partecipato a questa giornata e con cui collaboriamo. Un ringraziamento particolare ai Volontari del Soccorso con cui abbiamo fatto tante cose e spero che questa collaborazione continuerà”.
“Quando c’è collaborazione tra associazioni si possono fare tante cose” ha detto il presidente dei Volontari Roberto Carsana in scadenza di mandato”. Proprio l’Avis, durante l’emergenza covid di marzo, ha regalato ai Volontari del Soccorso una macchina per sanificare le ambulanze. Quindi è toccato al presidente provinciale dell’Avis, Giorgio Grassi, portare i suoi saluti e gli auguri: “E’ un anniversario molto importante, ma non rappresenta la conclusione di un cammino bensì la tappa di un percorso che continua nella solidarietà, nella gratuità e nella necessità di tante persone che hanno problemi di salute”.
“Tutti sappiamo bene l’importanza dell’Avis e di tutte le associazioni del territorio – ha detto il sindaco Ghezzi -. Noi cercheremo di fare tutto il possibile per sostenere e collaborare con l’Avis”. Concetti ripresi anche dal sindaco di Erve Valsecchi: “Mi spiace che questa festa sia un po’ in tono ridotto rispetto al programma originale – ha detto -. Auguro a tutti di iscriversi all’Avis e di non smettere mai di andare a donare il sangue”.
Presente anche il dottor Potito Fino, medico di famiglia oggi in pensione tra i fondatori dell’Avis Calolziocorte: “Le cose da ricordare sono tante, ma ciò che mi preme più sottolineare è lo sforzo e il continuo lavoro che è stato fatto dall’associazione per arrivare fin qui”.
Numeri alla mano l’Avis Calolzio è un’associazione che scoppia di salute e, anche quest’anno, può vantare un aumento negli iscritti. Prima delle premiazioni dei soci, è stato osservato un minuto di silenzio per ricordare tutti gli avisini morti per il covid e in particolare per Giovanni Valsecchi e Franco Zambelli, due colonne del gruppo di Calolzio, e l’amico Guglielmo Magni. La giornata si è conclusa con l’immancabile poesia del socio Rinaldo Acerboni.
I premiati
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