Don Matteo saluta Calolzio: “Spero di essere stato per voi carbone acceso”

Tempo di lettura: 6 minuti

La comunità di Calolzio ha salutato don Matteo Bartoli, coadiutore dell’oratorio

Commozione, ringraziamenti e lunghi abbracci. Questa mattina si è svolta la Messa, poi il pranzo in oratorio

CALOLZIOCORTE – “Non dimenticatevi di me”. E poi, un lunghissimo applauso carico del calore, delle emozioni, dell’affetto e della vitalità che don Matteo Bartoli, coadiutore dell’oratorio Maria Immacolata, ha saputo trasmettere a Calolzio in undici anni di cammino. 

Un percorso lungo, avvenuto passo dopo passo, insieme a una comunità che l’ha accolto, poco dopo l’ordinazione sacerdotale, e con cui è cresciuto ed è diventato un sacerdote pronto a raccogliere le sfide di una realtà ben più grande e articolata come quella di Bergamo Alta.

Don Matteo Bartoli

C’erano tutti oggi, domenica, a Calolzio per il saluto ufficiale a don Matteo, a partire dai sacerdoti, l’arciprete don Giancarlo Scarpellini, il parroco di Foppenico don Antonio Vitali e il parroco di Somasca padre Livio Valenti. Sull’altare anche l’amico don Roberto Trussardi, indimenticato parroco di Vercurago e del Pascolo, pronto a “battezzare” subito tutti con la battuta: “Ora non andate in giro a dire che l’ho voluto io a Bergamo”.

Don Roberto Trussardi, ex parroco di Vercurago e Pascolo

Presenti anche gli amministratori comunali, sindaco Marco Ghezzi in testa e i rappresentanti delle Giunte precedenti. In prima fila anche i genitori di don Matteo, che più di una volta sono “corsi “ da Presezzo per stare vicino e supportare l’amato figlio e i carabinieri della stazione di via Mazzini con il maresciallo capo Fabio Marra. E poi, in chiesa gremita e partecipe, i tanti volti  con cui il don è entrato in contatto in questi anni.

Un lungo cammino in cui, come ha ribadito lo stesso coadiutore, “mi sono sempre sentito a casa. Mi sono impegnato senza mai pensare alla scadenza del mandato. Non mi sono lasciato andare al disimpegno anche quando ci sono stati incomprensioni e litigi, di cui chiedo perdono al Signore. Quando sono arrivato, mi avevano detto che Calolzio era una terra di confine, che avrei trovato una realtà che fa fatica a essere comunità. Un po’ è stato così: Calolzio ha mille sfaccettature. Ma, in questa città, ho scoperto un mondo di persone che non hanno voglia di piangersi addosso: ho trovato persone animate da una voglia di riscatto”.

Una vivacità che ha permesso di fare la differenza, di entrare in empatia con le persone: “Posso dire di essermi trovato bene e di non essermi mai sentito solo. Vi ho voluto e vi voglio bene e sono convinto di aver ricevuto molto di più di quello di aver dato. Ho trovato tanta comprensione, anche per i miei ritardi alla messa della mattina, tanto affetto e tanta voglia di crescere insieme”.

Sfogliando le pagine degli appunti del discorso, il sacerdote ha aggiunto: “Ho cercato di esservi vicino e penso di aver imparato molto. Mi sono sempre sentito tenuto in considerazione, anche da persone apparentemente lontane. Forse a volte, per troppa testardaggine, ho preteso troppo da voi”.

Don Matteo è andato poi con la memoria a quanto detto da suor Floriana: “Mi ha ricordato un detto toscano per cui i preti sono come i carboni: se accesi scaldano, se spenti sporcano. Spero di essere stato per voi un carbone acceso. Spero insomma di aver costruito legami autentici, di aver trovato dei compagni di viaggio con cui continuare il cammino anche a distanza”.

Emozionato, a tratti quasi commosso, don Bartoli non ha nascosto il fatto che Calolzio gli mancherà moltissimo: “Mi mancherà il rumore delle pallonate contro il muro dell’oratorio e la musica della danza che si ripete all’ossesso perché bisogna imparare quello stacchetto”.

Poi largo ai ringraziamenti: dal mondo della scuola, per l’attività di docenza di 10 anni, ai genitori, ai volontari dell’oratorio, all’amico maresciallo Fabio e a tutti coloro con cui “abbiamo organizzato tantissime cose insieme”.

Un discorso sentito e appassionato che ha ben messo in mostra i carismi di don Matteo, sottolineati con amicizia e affetto durante l’omelia da don Roberto Trussardi, con cui don Matteo ha condiviso ben di più della vicinanza tra parrocchie. Amici, legati da un profondo e sincero rapporto di stima e fiducia (come dimostrato anche dai sorrisi e dagli sguardi di intesa con cui si sono più volte cercati durante la cerimonia). Don Roberto ha esordito sottolineando anche gli errori compiuti da don Matteo nei suoi primi 11 anni di ministero sacerdotale. Parlando dei meriti e dei difetti, ha poi esortato tutti a essere sempre persone di cuore, persone ricche di saggezza, gusto e sapori come don Matteo.

L’abbraccio tra don Roberto Trussardi e don Matteo Bartoli

Amante del bello e dell’arte, il coadiutore dell’oratorio è passato alla storia per le installazioni e le opere artistiche posizionate in chiesa durante la Quaresima e l’Avvento: “Pensate che una volta ha addirittura messo dei gufi in chiesa – ha ricordato, sorridendo, don Roberto -. Non ha mai lesinato su fantasia e creatività e mi piace sottolineare come il libretto che avete preparato per questa bella cerimonia sottolinei proprio la sua capacità di esserci e di stare nella comunità con passione creativa”.

Don Roberto, da qualche anno nominato da parte del vescovo Francesco Beschi responsabile della Caritas bergamasca, ha sottolineato: “Don Matteo non ha messo solo la sua passione e la sua creatività a vostra disposizione per mettere in mostra la sua competenza. L’ha condivisa con voi, si è messo in cammino con voi mettendoci passione, interesse e fascino”.

Un’omelia accorata e sentita che ha colto nel segno emozionando tutti i presenti. Don Matteo ha poi voluto regalare a tutti una piantina di ulivo, messa a disposizione sul sagrato della chiesa. Le sorprese, per lui, non erano però ancora finite visto che i più piccoli si sono fatti trovare schierati con la scritta “Grazie don Matteo” e hanno fatto volare poi in cielo dei palloncini.

Poi, a suggellare il tutto, il pranzo condiviso in oratorio, una grande festa per ringraziare e salutare il parroco.

ALTRE FOTO DELLA GIORNATA DI DOMENICA