Giornata della Memoria, a Oggiono una pietra d’inciampo: “Per non dimenticare”

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Giornata giorno della memoria

La cerimonia si terrà sabato mattina: è la prima pietra d’inciampo in città

Sarà dedicata a Mario De Francesco, soldato deportato nel 1944 e morto nel campo di Buchenwald

OGGIONO – La Città di Oggiono in collaborazione con l’Anpi organizza per la Giornata della Memoria una cerimonia per la posa di una pietra d’inciampo in ricordo di Mario De Francesco, oggionese nato nel 1923 e deportato il 13 settembre 1944 in Germania nel campo di Zöschen (Buchenwald) dove è deceduto nel 1945.

“La documentazione trovata e consultata presso l’Archivio di Stato di Como ha permesso di ricostruire per quanto è stato possibile la storia di questo giovane sfortunato oggionese – spiegano dall’Anpi – Dai documenti si evince il triste rimpallo fra Autorità militari, la famiglia (il padre era il Dott. Enrico De Francesco) e i sindaci di Oggiono del primo dopoguerra per giungere alla verità, almeno avere informazioni sulla sorte di Mario De Francesco, ma senza risultati positivi. La vicenda dei militari internati dai tedeschi dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 è un tema rimasto a lungo ai margini della ricostruzione storica e della memoria collettiva e a tutt’oggi non è stata pienamente indagata e compresa nella sua complessità e drammaticità. A distanza di oltre settant’anni dalla Liberazione non possediamo ancora un’anagrafe globale dei deportati italiani nei campi di concentramento posti sul territorio nazionale e in Europa”.

Quella dedicata a De Francesco è la prima pietra di inciampo posata ad Oggiono. Il programma della manifestazione prevede alle 10.30 il ritrovo per i saluti istituzionali presso il Comune di Oggiono a cui farà seguito, alle ore 11, la posa della pietra d’inciampo in Piazza Manzoni.

Le “Stolperstein” o pietre di inciampo sono iniziative poste in essere da molti Comuni italiani per “depositare” nel tessuto urbanistico e sociale una memoria diffusa dei cittadini deportati nei campi di sterminio nazisti e partigiani deceduti per la libertà.

L’inciampo non è fisico, ma visivo e mentale in quanto “costringe” i passanti a interrogarsi su quella diversità e a ricordare quanto accaduto in quel luogo e in quella data, intrecciando continuamente il passato e il presente, la memoria e l’attualità – ricordando dall’Anpi – Le pietre d’inciampo quindi sono un segno concreto e tangibile, ma nello stesso tempo discreto, che diviene parte del contesto urbanistico, a conferma che la memoria non può risolversi solo in appuntamenti occasionali e celebrativi, ma deve costituire parte integrante della vita quotidiana.