Rosario Livatino, il giudice ragazzino, è stato ricordato dai numerosi partecipanti
“L’occasione di ricordare mio cugino Rosario è per me molto importante, è come se lo riabbracciassi”
GALBIATE – Si è svolta la cerimonia di dedicazione al giudice Rosario Livatino, vittima di mafia, del Centro Diurno Integrato per anziani “Le Querce di Mamre“, in coincidenza con il mese in cui si celebra la Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Il centro rappresenta il primo bene confiscato alla ‘ndrangheta nella provincia di Lecco, restituito alla comunità come servizio volto a rispondere ai bisogni degli anziani di Galbiate e dei comuni limitrofi, offrendo supporto alle famiglie nella gestione delle difficoltà legate all’assistenza e alla cura.
La cerimonia di dedicazione al giovane magistrato, ucciso dai killer delle cosche ad Agrigento il 21 settembre 1990, è il risultato di un percorso di riflessione iniziato lo scorso anno in occasione del ventesimo anniversario del centro. Questo percorso ha visto il coinvolgimento della cooperativa L’Arcobaleno, che gestisce la struttura, di Caritas Ambrosiana, del Comune di Galbiate, della Fondazione Comunitaria del Lecchese, di Libera, con l’obiettivo di non dimenticare e restituire dignità al suo ricordo.
Alla cerimonia hanno partecipato diversi rappresentanti di realtà locali, tra cui Maria Grazia Nasazzi, Presidente della Fondazione Comunitaria del Lecchese, il Coordinatore Regionale di Libera Lorenzo Frigerio, il Referente provinciale di Libera Lecco Alberto Bonacina, il Viceprefetto di Lecco Paola Cavalcanti, il Sindaco di Galbiate Piergiovanni Montanelli, il Vice Presidente Nazionale di Avviso Pubblico Roberto Nigriello e il Referente Regionale dei beni confiscati di Confcooperative per la Lombardia Gabriele Marinoni. Con i loro interventi, hanno condiviso con la platea una riflessione profonda sui temi della legalità e della giustizia, introducendo l’intervento finale di Salvatore Insenga, cugino di Rosario Livatino.
“A seguito dell’importante operazione Wall Street, che ha permesso a un bene confiscato di diventare patrimonio della comunità, e grazie al lavoro sinergico tra Comune, Caritas, la Cooperativa e le associazioni, il centro ha accolto nel tempo quasi 400 ospiti, offrendo loro un luogo sicuro, sereno e protetto, a beneficio sia delle persone ospitate che delle loro famiglie” sottolinea la coordinatrice Sabrina Elia.

La cerimonia, svoltasi nel giardino della struttura, ha visto la partecipazione delle istituzioni e una numerosa presenza di ragazzi delle scuole, che si sono uniti agli anziani ospiti del centro per condividere un momento particolarmente significativo. Accanto agli anziani, simbolo della memoria da preservare e delle radici della comunità, i giovani sono stati chiamati a credere nei valori della giustizia e della legalità, impegnandosi a promuoverli ogni giorno nella loro vita.
“La scelta di dedicare il Cdi Le Querce di Mamre a Livatino è stata molto naturale – dichiara la Presidente della Cooperativa L’Arcobaleno Desirée Bonacina – in quanto la sua figura di uomo di fede e di giustizia trova più connessioni con la nostra Cooperativa che, tra le sue aree di intervento, affronta i temi della legalità e della giustizia e che affonda le sue radici nei valori di Caritas”.
Il ricordo di Livatino, il primo giudice proclamato beato, è inoltre profondamente legato a Piero Nava, testimone del suo omicidio e originario di Lecco, creando così un ulteriore legame con la Cooperativa e il territorio in cui essa opera.
“L’occasione di ricordare mio cugino Rosario è per me molto importante, è come se lo riabbracciassi – commenta Salvatore Insenga – che scelse di svolgere il suo lavoro vicino casa per stare accanto agli anziani genitori, a cui era molto legato”. Insenga mette l’accento sul “fare memoria”, ma ancor più sul “fare ricordo”, cioè richiamare al cuore, trasferire nel presente i valori di giustizia e amore che guidarono la vita e il lavoro del giovane magistrato, affinché i giovani continuino in questa direzione. Ringrazia, infine, Piero Nava che “ha sempre dichiarato di non essersi mai pentito della scelta di testimoniare”.
Il pomeriggio si è concluso con una merenda in compagnia degli operatori dell’équipe del centro e dei volontari che, con il loro impegno, contribuiscono alla realizzazione di numerose attività per gli anziani, rendendo la struttura un punto di riferimento per il territorio, con iniziative variegate.

Tra queste, il progetto MeMo-Memorie in Movimento, rivolto alle scuole, che ha permesso di mantenere viva l’attenzione sulla storia della casa e ha offerto, nel corso degli anni, a ospiti, operatori, insegnanti e ragazzi l’opportunità di crescere come cittadini, sviluppando il senso critico nei confronti della legalità.
“Oggi, le porte sempre aperte del nostro centro – conclude Elia – si spalancano verso una nuova tappa, simbolo di un rinnovato impegno per il futuro, di presenza e di testimonianza condivisa”.

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