Aperto un fondo da un milione di euro per aiutare chi ha perso il lavoro
Un patto territoriale tra istituzioni, associazioni datoriali e sindacati. Dai Comuni 1 euro di donazione per ogni cittadino
LECCO- Il post emergenza preoccupa: se l’effetto del virus sulla sanità pubblica si sta indebolendo, ora rischia di prendere ancor più forza l’impatto economico della pandemia sulla cittadinanza, soprattutto quando cadranno le misure come il blocco dei licenziamenti e degli sfratti che hanno finora garantito la tenuta del sistema.
Da qui è nata l’esigenza di una grande azione di rete siglata questa mattina in Camera di Commercio, un accordo territoriale che riunisce Prefettura, Comuni, Fondazioni, sindacati, associazioni di categoria, la Caritas zonale e anche la grande distribuzione, con l’apertura di un fondo dedicato a sostenere economicamente chi è in difficoltà dopo aver perso il lavoro.
“Un patto per non lasciare nessuno solo, per non lasciare nessuno indietro” ha sottolineato il prefetto Castrese De Rosa aprendo la presentazione del Patto territoriale nell’auditorium dell’ente camerale.
Un anno di lockdown, ha ricordato il prefetto, è costato mille posti di lavoro in tutta la provincia, vale a dire lo 0,7% del totale. Nel 2020 oltre 13mila lavoratori lecchesi e le loro famiglie hanno usufruito degli ammortizzatori sociali, e non solo nei mesi più difficili. Il ritorno alla normalità, reso possibile grazie alla campagna vaccinale, potrebbe non essere indolore per molte famiglie.
“Bisogna chiedersi già ora –fa rilevare il Prefetto di Lecco Castrese De Rosa– quanti lavoratori oggi in cassa integrazione, allo scadere del blocco, avranno ancora il loro posto di lavoro e non dobbiamo tralasciare neppure il mondo degli autonomi e delle partite iva, in grande difficoltà. Questo Patto che costituisce una risposta concreta ed inedita a bisogni emergenti e rappresenta un unicum nel panorama nazionale, un esempio di fattiva cooperazione tra istituzioni, imprese, sindacati e terzo settore. Questa Intesa suggella l’identità mutualistica del territorio lecchese. E’ fondamentale che nessuno sia lasciato solo. La solidarietà sia il paradigma della responsabilità comunitaria, per dare una risposta a tutti e non sprecare anche questa crisi”.
Chi potrà beneficiarne
Con il Patto territoriale, il ‘sistema Lecco’ punta a garantire aiuti economici a quanti sono già in disoccupazione (dal 1 gennaio 2021) o perderanno il lavoro. Una misura rivolta non solo ai lavoratori dipendenti ma anche agli autonomi e alle partite Iva, fino a 25 mila euro di Isee annuo.
“Abbiamo deciso di mettere una soglia economica più alta, in modo da poter venire incontro anche al cosiddetto ceto medio che sta subendo anch’esso ricadute pesanti” ha sottolineato Paolo dell’Oro, direttore di Fondazione Comunitaria per il Lecchese.
Il contributo, da un minimo di 400 euro ad un massimo di 1400 euro, potrà essere utilizzato per spese alimentari o medicinali, per il pagamento dei servizi essenziali come l’asilo per i figli e spese scolastiche, trasporti pubblici, per il pagamento di affitto o spese condominiali.
Le richieste di sostegno al Fondo potranno essere presentate a partire dal 1 settembre 2021 nelle modalità riscontrabili sul sito www.fondazionelecco.org.
Già un milione di euro disponibili
Il Fondo gode già di un milione di euro a disposizione grazie allo stanziamento degli 84 Comuni della provincia che hanno finanziato il fondo con un euro per ogni cittadino residente (circa 340 mila euro) e con i contributi di Fondazione Comunitaria per il Lecchese, Fondazione Cariplo e Fondazione Peppino Vismara. Un fondo che è aperto a nuove donazioni con l’obiettivo di raddoppiare lo stanziamento totale nei prossimi mesi.
“Nasce così Il Fondo ‘Aiutiamoci nel lavoro’ che rende visibile e concreta una dimensione di coesione sociale per contrastare il pericolo di ulteriori frammentazioni delle comunità territoriali. Un ringraziamento a tutte le sigle che hanno aderito, a chi sta dietro quelle sigle che ha scommesso su questa partita delicata che però guarda lontano – ha affermato la Presidente della Fondazione comunitaria Maria Grazia Nasazzi. – Partiamo dalle persone, dalle famiglie che custodiscono al loro interno situazioni lavorative precarie e difficili. Un messaggio questo di speranza civica.”
“E’ il punto di arrivo di un percorso di collaborazione tra enti e organizzazioni impegnate sui temi del lavoro nella provincia di Lecco e il vero e proprio ‘inizio di un impegno collettivo e continuativo di vicinanza e attenzione alle persone e alle famiglie che rischiano di restare ai margini a causa della perdita del lavoro” ha dichiarato il Presidente del Distretto di Lecco Guido Agostoni, a nome degli 84 Comuni della provincia.
La sicurezza passa dalla dignità delle persone
Una doppia esigenza: garantire il sostegno al cittadino e tutelare la tenuta del sistema sociale. Lo ha spiegato ha sottolineato Marcella Nicoletti, a capo dell’ufficio di Gabinetto della Prefettura:
“In questi mesi abbiamo seguito di diversi tavoli di mediazione tra aziende e lavoratori, in trattative spesso complicate. Siamo persuasi che il concetto sicurezza non si esaurisca nella prevenzione e la repressione reati ma che parta molto prima, garantendo condizioni di dignità della persona, la certezza diritti. Sicurezza è il lavoro, l’istruzione, la serenità di poter curare i propri figli o pagare rata dell’affitto anche se si perde o si rischia di perdere l’impiego. Il ‘filo rosso’ che unisce tutti i partecipanti a questo patto è la solidarietà, non solo nel sentimento di voler aiutare ma nel sentire di essere parte di una comunità”.
Una solidarietà “che non è solo parole ma che è si fa azione concreta” ha spiegato Diego Riva, segretario della Cgil a nome di tutti i sindacati.
“E’ di grande importanza aver coinvolto anche gli autonomi e le partite Iva – ha rimarcato Antonio Rocca, presidente dell’associazione delle Libere Professioni di Lecco – in Lombardia, per la prima volta dal 2011, lo scorso anno abbiamo registrato un calo di mille operatori, il 20% dei quali aveva almeno due o tre dipendenti. I conti sono subito fatti. I liberi professionisti sono visti spesso come quel segmento che hanno meno bisogno di aiuto, invece ne hanno molto bisogno in questo momento”.
C’è bisogno di sostegno ma anche di formazione
Un patto a cui hanno aderito anche le principali associazioni di categoria (Confcommercio, Confartigianato, API, Confindustria, Confesercenti, CNA, ANCE, Confcooperative, Agricoltori) e alcuni operatori della grande distribuzione (Esselunga, Conad, Bennet e Iperal).
“Non vi è dubbio che vi siano delle difficoltà ma dobbiamo anche avere fiducia nelle nostre imprese, abbiamo un tessuto produttivo sano e auspichiamo che non si registrino i temuti licenziamenti collettivi – è intervenuto Antonio Bartesaghi, presidente di Federmeccanica Lecco – E’ vero che ci sono difficoltà ma è anche vero che tante aziende fanno fatica a reperire collaboratori. Oltre alle risorse per le fasce bisognose, dobbiamo anche renderci conto che il mercato del lavoro è cambiato e che per dare un futuro alla nostra manifattura dobbiamo investire sulle competenze, fin dal livello scolastico, per permettere alle nostre imprese di crescere”.