Rischio idrogeologico, le attività di prevenzione di Comune e Protezione Civile
Studio dei corsi d’acqua e messa in sicurezza di alvei e pareti rocciose
LECCO – Che il pericolo non sia da sottovalutare se n’è avuta dimostrazione negli allagamenti subiti negli ultimi anni in alcune zone della città, come accaduto a Maggianico nel 2014 e a Movedo nel 2016, per questo i fiumi e torrenti del capoluogo sono tenuti sotto controllo.
“Essenziale è il ruolo della prevenzione. Caldone, Gerenzone e Bione sono i fiumi principali che attraversano in città, in alcuni tratti sono intombati sotto la sede stradale e serve un’attenzione particolare” ha sottolineato il sindaco Mauro Gattinoni intervenendo alla conferenza stampa, convocata dall’amministrazione comunale a Palazzo delle Paure, per fare il punto sugli interventi messi in atto dal municipio e dalla Protezione Civile comunale.
Prevenzione ma anche manutenzione, ha ricordato l’assessore e vicesindaco Simona Piazza: “Le attività della Protezione Civile sono svolte in sinergia con più uffici strategici dell’amministrazione comunale, dall’Ufficio Ambiente per quanto riguarda gli interventi da effettuarsi, all’Ufficio Comunicazione per dare ai cittadini le informazioni necessarie e diffondere le buone pratiche di comportamento in caso di pericolo”.
Interventi per 80 mila euro ogni anno
Sono una ventina complessivamente i corsi d’acqua che interessano l’area cittadina, ha ricordato l’ing. Chiara Brebbia alla direzione dell’Ufficio Ambiente e Polizia Idraulica, ufficio a cui l’amministrazione destina ogni anno risorse per 60 mila euro destinate alla pulizia delle 35 vasche di sedimentazione di fiumi e torrenti e altri 20 mila euro per la pulizia della vegetazione negli alvei dei corsi d’acqua.
“Queste attività di manutenzione sono particolarmente importanti – ha rimarcato l’ing. Brebbia – perché quando il flusso idraulico aumenta, se trova ostacoli può incrementare la sua velocità e causare problemi a valle. Alcune vasche, come per esempio quella di via Movedo, vengono pulite anche 2-3 volte l’anno, per altre con capacità maggiore, come ad Acquate e Bonacina, può essere sufficiente una sola volta”.
Quasi 700 mila euro di lavori straordinari
In vista ci sono ulteriori interventi, con un’importante stanziamento di risorse: ammonta a 440 mila euro il pacchetto di azioni contro il rischio idrogeologico, finanziate per 150 mila euro con contributi statali, che prevedono la riqualificazione dell’alveo del torrente Tuff a Maggianico il rifacimento del muro spondale del torrente Ciff sempre a Maggianico, la riqualificazione spondale del torrente Capirmate a Falghera, la manutenzione straordinaria del Caldone in Via S. Egidio.
Altri 190 mila euro saranno investiti in manutenzione straordinaria delle vasche di contenimento a Maggianico già eseguito, in via Carlo Porta ed entro fine anno ad Acquate e a Bonacina.
Ulteriori lavori per 62 mila euro riguarderanno il ripristino dell’alveo del torrente Bione in via Pergola, nella zona del piazzale Atleti Azzurri e alla foce.
L’Ufficio Ambiente ha inoltre affidato a professionisti del settore gli studi idraulici a scala di bacino sui torrenti Caldone, Bione e Gerenzone per implementare la conoscenza del territorio ed avere adisposizione uno strumento di pianificazione dettagliato e multidisciplinare.
Protezione Civile in campo
Altri interventi riguardano anche le pareti rocciose e il rischio di distacco di rocce: tra le ultime operazioni, si è intervenuti con delle rete in aderenza in via del Sarto a Chiuso mentre è stata recentemente affidata un’analisi della Bastionata del Lago tra le Caviate e Pradello.
“La prevenzione avviene partendo da azioni di studio degli scenari di rischio, analizzando i dati delle stazioni meteo presenti in città per capire come si sta evolvendo un fenomeno meteorologico in corso – spiega Monica Cameroni, funzionaria di Protezione Civile per il Comune di Lecco – al Caldone sono state installate delle barriere che vengono chiuse dai volontari in caso di allerta per impedire il transito pedonale. Il Caldone è l’impegno più frequente, non ha un impatto elevato ma è sicuramente un nodo critico”.
Sono una quarantina i volontari su cui può contare il gruppo comunale di Protezione Civile e a novembre partirà un nuovo corso, promosso dalla Provincia, per formare nuovi operatori.
“Lecco è una città con una volontà di volontariato dimostrata in più occasioni, come nel 1951 quando l’allora sindaco e un gruppo di pescatori partì in soccorso della popolazione alluvionata nel Polesine e anni dopo in aiuto dei terremotati dell’Irpinia, un’esperienza che lasciò il segno in molti di noi – ha raccontato Franco Aromatisi, coordinatore dei volontari – Nel 1987 scoppiò una casa nel rione di Castello, tante persone diedero una mano a rimuovere le macerie per cercare sopravvissuti. Due anni dopo quell’episodio, il Comune decise di costituire ufficialmente un gruppo di Protezione Civile”.
Da allora il municipio sostiene l’attività di volontariato fornendo le attrezzature necessarie, divise e quanto occorrente.
Restare informati
La stretta collaborazione con il Comune riguarda anche l’ambito della comunicazione: “Attraverso più canali vengono fornite informazioni importanti al cittadino – spiega Marina De Bernardi, responsabile dell’Ufficio Stampa – il sito del Comune di Lecco riporta le allerte di Protezione Civile attraverso un widget automatico e in caso di allerta rossa le notizie vengono riportate in homepage con aggiornamenti. Le allerte sono rilanciate anche tramite Telegram e Facebook”.
L’amministrazione comunale sta inoltre predisponendo una campagna informativa nelle scuole, nei centri di socialità dedicati agli anziani e per tutti i cittadini attraverso flyer dedicati alle buone prassi di Protezione Civile.