Comunità Energetiche: come funzionano e quali sono i vantaggi?

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pannello fotovoltaico

Intervista all’ingegner Matteo Nembri, Energy Manager che ha seguito il Comune di Lecco per la costituzione della Cer

“Un anno per fare un primo bilancio e capire come estenderla”

LECCO – Nasce dopo due anni di lavoro la Comunità Energetica Rinnovabile e Solidale (CERS) della città di Lecco. L’Associazione, che in questa prima fase comprende il Comune di Lecco e altri soggetti (enti del terzo settore e aziende), è stata costituita lo scorso 18 giugno con l’obiettivo di generare benefici ambientali, economici e sociali per i suoi membri e per la comunità in cui si inserisce.

Ma cos’è e come funziona esattamente una Comunità Energetica Rinnovabile? Quali benefici porterà al territorio? Per fare chiarezza sul tema abbiamo intervistato l’ingegnere Matteo Nembri, Energy Manager dello Studio Ganema che ha affiancato il Comune di Lecco in questo percorso e che supporterà la CERS durante il suo primo anno di vita.

L’ing. Matteo Nembri

Ing. Nembri, in parole semplici: che cos’è una comunità energetica?

Una comunità energetica aggrega produttori di energia da fonti rinnovabili e consumatori presenti su un territorio circoscritto grazie all’impiego della rete nazionale di distribuzione, che rende possibile la condivisione di tale energia.

Quali sono gli obiettivi di una comunità energetica?

Le CERS sono uno strumento in grado di contribuire in modo significativo alla diffusione di impianti a fonti rinnovabili, al contenimento degli investimenti sulle infrastrutture elettriche del paese, all’inclusione nella transizione energetica della fascia di popolazione più debole, alla riduzione dell’emissione di gas serra e all’indipendenza energetica del Paese.

Chi può farne parte?

Possono fare parte di una comunità energetica:

– produttori di energia rinnovabile, ovvero soggetti che installeranno un impianto di produzione da fonte rinnovabile (dopo il 18 giugno 2024, giorno di costituzione della CERS) e che producono energia per soddisfare i propri consumi e condividere con il resto della comunità l’energia in eccesso;

– consumatori di energia elettrica, ovvero soggetti che non possiedono alcun impianto di produzione di energia, ma che hanno una propria utenza elettrica, i cui consumi possono essere in parte coperti dall’energia elettrica rinnovabile prodotta dagli altri membri della comunità.

Lo scambio di energia tra produttori e consumatori deve avvenire all’interno di un territorio ben definito, ovvero tutti i contatori devono essere connessi alla stessa cabina primaria di alta tensione. Nel caso di Lecco sono presenti due cabine primarie: una a Belledo che serve tutta la zona centrale e lungolago e una a Bonacina che serve tutta la zona alta della città.

Potenzialmente potrebbero far parte di una comunità energetica tutti i soggetti intestatari di un contatore. In questa prima fase però si è deciso di limitare l’ingresso alla comunità energetica di Lecco solo a soggetti giuridici (enti del terzo settore e aziende) in modo da tenere il numero dei membri limitato garantendo un importante scambio di energia.

A tal proposito ci può spiegare come funziona lo scambio di energia all’interno della comunità?

Per soddisfare gli obiettivi che si pone la comunità energetica è necessario che avvenga uno scambio di energia tra produttori e consumatori. Cerco di spiegarmi meglio, l’energia prodotta da fonti rinnovabili sarà in primo luogo consumata all’interno del medesimo edificio in cui viene prodotta, l’esubero (energia immessa) potrà essere usato dai membri consumatori. Solo nel caso in cui questo scambio avvenga in maniera simultanea si genererà un incentivo economico.

In cosa consiste l’incentivo economico?

Per stimolare il raggiungimento degli obiettivi, il GSE (Gestore dei Servizi Energetici italiano) riconosce alla comunità energetica un incentivo pari a 0,138 € per ogni kWh condiviso tra produttori e consumatori. Si pensi che ad oggi il prezzo pagato dall’utente residenziale per l’energia elettrica è pari a circa 0,270 €/kWh. La comunità energetica, che ricordo essere a tutti gli effetti un soggetto giuridico riconosciuto, è libera di decidere come suddividere l’incentivo ottenuto. In particolare, la CERS di Lecco ha deciso di riconoscere massimo il 30% dell’incentivo ai produttori e di utilizzare le rimanenti risorse economiche per la gestione della comunità stessa e soprattutto per progetti a sfondo ambientale e sociale che saranno gestiti dalla Fondazione Comunitaria del Lecchese.

Il soggetto che partecipa alla CERS può essere già dotato di impianto fotovoltaico?

Da decreto attuativo è previsto che possano entrare nella CERS impianti allacciati prima del 16 dicembre 2023 a patto che sia dimostrabile che questi siano stati progettati appositamente per entrare nella comunità. Francamente ritengo molto difficile che chi ha già un impianto fotovoltaico installato abbia a disposizione la documentazione prevista da decreto; dunque, sarà più facile l’accesso alla CERS da parte di chi ha allacciato l’impianto dal 18 giugno 2024 (giorno della costituzione della CERS) in avanti.

Ora che la CERS è costituita, quali saranno i prossimi passi?

Nelle prossime settimane provvederemo alla registrazione della CERS sul portale del GSE (Gestore dei Servizi Energetici) inserendo i dati dei soci fondatori. In seguito potremo così monitorare la produzione e i consumi orari delle utenze dei soci fondatori. D’ora in avanti sarà possibile l’ingresso nella CERS di impianti fotovoltaici a patto che siano installati dopo il 18 giugno 2024. L’invito rivolto a questi produttori (enti del terzo settore e aziende) è quello di scrivere direttamente all’indirizzo mail ufficiale della CERS (cers@comune.lecco.it) in modo che possano entrare a far parte della comunità e quindi ottenere la percentuale di incentivo spettante. Al termine del primo anno di attività il direttivo della CERS deciderà se includere all’interno della comunità anche ulteriori soggetti tra cui le persone fisiche.