Condiviso da tutte le famiglie il percorso di aiuto proposto dal Comune nel trovare abitazione e lavoro
Due nuclei già in appartamento, presto anche un terzo. Altri due ricollocati da parenti. L’assessore: “Importante è stato il dialogo”
LECCO – Per qualcuno di loro la vita è già cambiata, per altri lo sarà a breve e la buona notizia è che per tutte le famiglie, da anni allocate nel parcheggio del Bione, lasceranno le loro roulotte per una sistemazione più dignitosa: è il risultato del percorso di accompagnamento avviato circa un anno fa dal Comune di Lecco e che ha ottenuto il risultato sperato.
“Delle dieci famiglie residenti in quell’area, il primo nucleo è stato collocato a già settembre in un’abitazione, il secondo ad ottobre e nei prossimi giorni un terzo nucleo sarà inserito, progressivamente avverrà lo stesso anche per le altre famiglie – fa sapere l’assessore Emanuele Manzoni, delegato alle Politiche Sociali – si tratta di alloggi temporanei, di housing sociale e abitazioni Aler, ove possibile nella ricerca di una sistemazione sul mercato privato. Altre due famiglie hanno trovato invece ospitalità da parenti”.
L’obiettivo dell’amministrazione comunale, precisa lo stesso assessore, “non è mai stato quello di liberare l’area in questione – dal prossimo anno interessata dal cantiere per il quarto ponte della SS36 – ma di garantire dei percorsi di inclusione per queste famiglie, restituendo loro pieni diritti di cittadinanza. Per fare questo era necessario aiutarle nel trovare una collocazione abitativa differente e accompagnarle in percorsi di inserimento lavorativo affinché possano sostenersi autonomamente, anche nel pagamento dell’affitto”.
Mesi di lavoro sottotraccia hanno preceduto questi primi risultati: “L’investimento più importante è stato quello di tempo e di dialogo. Gli operatori del Comune e di Fondazione Somaschi hanno incontrato molte volte le singole famiglie, così come il sottoscritto e il sindaco, insieme abbiamo cercato di capire le esigenze di ogni nucleo. E’ sbagliato dire che il percorso proposto è stato da loro accettato, piuttosto è stato condiviso dalle famiglie che hanno scelto di aderirvi”.
La prima famiglia (mamma, papà e figlio) è stata collocata in un’abitazione Aler e i due genitori, che svolgevano lavori saltuari, sono stati aiutati nella ricerca di un’occupazione; un alloggio temporaneo è stato assegnato al soggetto del secondo nucleo mono componente che oggi ha trovato anche un impiego grazie ad un progetto di inserimento lavorativo. Infine, nei prossimi giorni due donne, seguite dal punto di vista sociale, si stabiliranno in un appartamento Aler.
Le famiglie rimanenti lasceranno le roulotte nei prossimi mesi. “Lo slittamento del cantiere alla primavera ci dà ulteriore tempo – aggiunge Manzoni – ma il percorso non si esaurisce qui, la soluzione non è solo una casa: c’è ancora un pezzo di strada da fare assieme e tutto questo non sarebbe stato possibile senza la fiducia reciproca e il dialogo”.