Il 22 febbraio la serata del Gruppo Aiuto Mesotelioma rivolta a lavoratori o ex lavoratori esposti all’amianto
“Sono diritti che spettano a tutti i lavoratori che, tuttavia, ne sono ignari. Crediamo sia giusto fare informazione”
LECCO – “Non è tollerabile che il cittadino debba affrontare una corsa a ostacoli contro istituzioni, servizi, pubblici e imprese. Lascia l’amaro in bocca che istituzioni come Inps e Inail si difendano con tutti i mezzi possibili contro i cittadini quando dovrebbero avere a cuore, prima di tutto, l’interesse pubblico dei lavoratori”.
Non usa mezzi termini l’avvocato Roberto Molteni che venerdì 22 febbraio sarà tra i relatori della serata informativa per far luce sui diritti dei lavoratori o ex lavoratori in luoghi con la presenza di amianto.
L’appuntamento è alle ore 20.30 nella sala civica di via Seminario, 39 a Lecco: “A oggi, purtroppo, c’è pochissima informazione in generale sui diritti degli esposti o ex esposti del nostro territorio” ha detto Cinzia Manzoni, presidente del Gruppo Aiuto Mesotelioma.
Una serata che andrà a scavare tra gli aspetti di una burocrazia che, purtroppo, non sta dalla parte del cittadino che invece avrebbe bisogno di aiuto: “Il 22 febbraio saranno presenti il dottor Edoardo Bai, della sottocommissione scientifica del Gam, e l’avvocato Roberto Molteni“.
Proprio l’avvocato Molteni, dopo quasi dieci anni di battaglie e quattro gradi di giudizio (con un ricorso rifatto due volte), è riuscito a far rispettare i diritti di tre ex lavoratori della Costa Ferroviaria di Costa Masnaga.
La sentenza della Corte D’Appello di Milano, prima in Lombardia, è arrivata il 23 ottobre scorso e riconosce i diritti di questi lavoratori.
Una “causa pilota” che oggi potrebbe rappresentare il punto di svolta per molte altre persone che magari lo ignorano: “E’ proprio per questo motivo che ci rivolgiamo a tutti i cittadini, lavoratori o ex lavoratori, che hanno lavorato o sospettano di aver lavorato in luoghi dove c’era la presenza dell’amianto” ha detto Manzoni.
I dati del Registro Mesoteliomi
I dati parlano di 187 casi di mesotelioma certo o probabile tra il 2000 e 2017 in provincia di Lecco. Tra il 2012 e il 2015 si sono registrati ben 64 casi, con un picco raggiunto nel 2015 di ben 20 cittadini.
“Il Renam (Registro Nazionale Mesotelioma, ndr) sostiene che per il periodo 2000-2015 la revisione della casistica può considerarsi completa, mentre per gli anni successivi sono ancora in corso le diverse procedure atte a valutare diagnosi, esposizione e completezza della raccolta dati”.
In Lombardia tra il 2000 e il 2017 sono stati segnalati 11.213 “casi sospetti”. Il numero dei casi per i quali la raccolta è stata completata e la valutazione della diagnosi e dell’esposizione è stata portata a termine è 7.267.
Di questi 5981 casi sono stati confermati come mesoteliona. La diagnosi di mesotelioma maligno è stata considerata certa per 4.809 (66,2%), probabile per 468 (6,4%) e possibile per 704 (9,7%).
L’esposizione ad amianto risulta essere avvenuta in ambito professionale in 3.233 casi (64,7%). E’ stata riconosciuta una esposizione di tipo famigliare (convivenza con persone professionalmente esposti ad amianto) in 93 casi (1,9%), ambientale in 169 casi (3,4%) ed extra-lavorativa (legata ad attività svolte nel tempo libero) in 111 casi (2,2%).
L’esposizione di 1.324 persone (26,5%) è stata definita come ignota e per 40 casi (0,8%) non è stato invece possibile giungere a una classificazione dell’esposizione.
“Una percentuale decisamente alta, analizzando il fatto che per queste persone non sono riconosciuti i diritti e quindi non hanno diritto ad alcuna rendita o sostegno economico per affrontare le cure e la malattia stessa – ha detto Manzoni -. Tra l’altro è la persona stessa che è chiamata a dimostrare l’esposizione all’amianto”.
“Si tratta di diritti che spettano a tutti i lavoratori che, tuttavia, ne sono completamente ignari. Crediamo sia giusto fare informazione su questo tema”.