La vibrante testimonianza di Salvatore Borsellino: “Paolo aveva solo un super potere: l’amore”
“Per combattere la mafia bisogna iniziare dai giovani, in loro c’è la voglia di cambiare”
LECCO – Una testimonianza vibrante e un racconto emozionante: Salvatore Borsellino, lunedì mattina al Palladium, ha incontrato gli studenti delle scuole medie del Collegio Volta.
Grazie al contatto fornito da un genitore è stato possibile organizzare questo momento speciale.
“Un’opportunità storica e didattica per i nostri ragazzi – ha detto il preside Joseph Tocchetti -. Vogliamo stimolare in loro il concetto di istinto eroico per combattere la ‘paura del vivere’. Le figure come quella di Paolo Borsellino sono senza dubbio uno stimolo e il sacrificio di Paolo Borsellino è il segno distintivo di una figura eroica”.
L’Incontro con i ragazzi del Collegio Volta
Salvatore Borsellino non ha voluto sedersi dietro al tavolo. Ha voluto stare in piedi e parlare ai ragazzi faccia a faccia.
“Dietro il tavolo ci sta chi ha qualcosa da insegnare – ha detto – io ho semplicemente un racconto: la mia vita intrecciata con quella di Paolo. Io sono il fratello di Paolo, ma questo non mi dà nessuna patente, per essere veramente fratelli bisogna che ci sia qualcos’altro: aver seguito gli stessi sogni, combattuto le stesse battaglie… e se c’è un fratello di Paolo Borsellino non si chiama Salvatore, si chiama Giovanni Falcone“.
“Paolo aveva solo un super potere: l’amore. Nella prima pagina dell’Agenda Rossa ho voluto far scrivere il pensiero più bello di Paolo: ‘Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una sola volta’. Questo parla del coraggio che è indispensabile per affrontare la paura, ma che non è abbastanza quando sei sicuro che ti uccideranno”.
Salvatore Borsellino si è messo a nudo, raccontando errori e fragilità. E poi un appello ai ragazzi del Collegio Volta.
“Se ciascuno di noi fa la sua parte, il suo dovere, allora non c’è bisogno di supereroi che vengono a salvarci. Non c’è bisogno di persone che sacrificano la loro vita. Io per primo mi sono voltato dall’altra parte: ho lasciato Palermo e sono andato a Milano per non affrontare quei problemi e ora mi ritrovo in una città dove la mafia c’è ed è più pericolosa di prima”.
Quasi due ore dove i ragazzi hanno ascoltato con grande attenzioni fatti che sembrano lontani ma che, purtroppo, sono ancora tragicamente attuali.
Intervista a Salvatore Borsellino
Perché è importante parlare ai ragazzi?
“Purtroppo in questo paese c’è veramente tanto da cambiare: bisogna fare un percorso di verità e giustizia che, a 25 anni di distanza dalla strage di via D’Amelio, ancora non è stato fatto. L’ultimo pensiero di mio fratello prima di essere ucciso fu rivolto proprio ai giovani: aveva fiducia in loro e, nonostante si rendesse conto che era arrivata la sua fine, era convinto che i giovani potessero cambiare questo Paese. Io seguo soltanto quello che mi disse 25 anni fa mia madre: ‘adesso dovete andare dappertutto a parlare di Paolo e del suo sogno’ “.
E’ fiducioso nel futuro?
“Il nostro è un Paese in cui si è sacrificata la vita di un servitore dello Stato per scendere a patti con la mafia, quindi c’è tanto da cambiare e i giovani sono il punto di partenza, solo loro potranno arrivare a far sentire al nostro Paese quel fresco profumo di libertà che purtroppo ancora viene sommerso, uso le parole di mio fratello, ‘dal puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e della complicità’ “.
Quale è il ruolo dei giovani?
“In loro trovo una grande voglia di cambiamento. Oggi mi rivolgo a studenti particolarmente giovani però, visto che il cammino è lungo, bisogna cominciare proprio da questi ragazzi. Le mafie hanno corroso tutto il tessuto del nostro paese e sono arrivate anche qui al Nord che ne sembrava immune. Bisogna dare ai giovani gli strumenti perché siano consapevoli di cosa bisogna fare per combattere questo fenomeno”.
Quale è il messaggio che è venuto a portare oggi?
“Io da questi giovani vengo più a prendere che a dare. Vengo a prendere la forza per continuare questa battaglia cominciata 25 anni fa e che ormai, visti i miei 77 anni, è quasi giunta al termine. Vengo a lasciare un testimone perché non accettino mai compromessi e la deriva verso l’illegalità, ma combattano per la verità, la giustizia e per questo nostro Paese”.