Insulti razzisti durante la partita di calcio. Valsecchi: “La partita andava sospesa”

Tempo di lettura: 2 minuti
Corrado Valsecchi
Corrado Valsecchi (Appello per Lecco)

Corrado Valsecchi stigmatizza quanto avvenuto sabato scorso al Bione durante una partita di calcio degli Juniores

“Ormai negli stadi, come nella società l’insulto razzista è diventato una moda, una consuetudine alla quale ci stiamo tutti abituando”

LECCO – Insulti razzisti durante la partita di calcio: sull’episodio, avvenuto sabato scorso al Bione, durante una partita della categoria Juniores (qui l’articolo), interviene Corrado Valsecchi, capogruppo di Appello per Lecco in consiglio comunale, stigmatizzando l’accaduto. “Non ho nessuna intenzione di far passare in secondo ordine un episodio, che purtroppo si reitera ogni fine settimana. Durante una semplice partita di calcio di giocatori dilettanti al centro sportivo del Bione sabato è andata in scena di nuovo una manifestazione razzista da parte di alcuni tifosi che si è conclusa non già con la sospensione della partita come prevede il regolamento, ma con l’espulsione del giocatore di colore vittima degli insulti”.

Valsecchi precisa: “Non sta a me giudicare l’arbitro ma francamente, leggendo le cronache, non mi sembra per niente un comportamento equo e responsabile. Ormai negli stadi, come nella società l’insulto razzista è diventato una moda, una consuetudine alla quale ci stiamo tutti abituando. Ebbene non è così, non ci dobbiamo piegare al delirio di qualche stupido, serve rispetto e responsabilità che sono valori fondanti dello sport e chi esercita un ruolo delicato di arbitro e giudice non dovrebbe avere nessun dubbio sulla cosa giusta da fare per difendere i principi del vivere civile. Il pubblico grida frasi ingiuriose e razziste si sospende la partita e non si espone un giovane calciatore alla gogna della provocazione e della rissa”.

Per l’esponente di Appello per Lecco, già assessore nella precedente amministrazione comunale, è una questione “di rispetto Il rispetto vale nel calcio, per tutti gli sport, ma sopratutto serve ad ognuno di noi che potremmo, un giorno o l’altro, essere a nostra volta vittime di fanatismi e discriminazioni inaccettabili. La storia sappiamo si ripete e sarebbe ora di capirle certe lezioni”.