A Lecco l’ennesimo caso di ostruzionismo
Rimborsi negati nonostante le sentenze di molti Tribunali e della Corte d’Appello di Milano a favore dei cointestatari viventi
LECCO – Poste Italiane si rifiuta di rimborsare Buoni con clausola PFR ovvero Pari Facoltà di Rimborso. Clausola che, in buona sostanza, consentirebbe a chiunque degli intestatari di ritirare l’intero importo recandosi con il buono allo sportello postale, anche nel caso in cui uno o più cointestatari sia deceduto.
Una vicenda non nuova quella che ha deciso di “denunciare” pubblicamente il lecchese, C. G., che proprio nei giorni scorsi si è visto “rimbalzare” la richiesta di rimborso.
L’ostruzionismo avviene nonostante il Tribunale di Lecco (primo caso in Italia), nel febbraio 2015, abbia condannato Poste Italiane a rimborsare l’intero importo di un Buono con PFR (spese legali incluse) ad un lecchese che si trovò nella medesima situazione e che decise di fare causa alle Poste, vincendola. Stesso “lieto fine” nel 2017 per altri due titolari di Buoni con PFR, con il Tribunale di Lecco che ha dato loro ragione. Così come ribadito, per questi due casi, anche alla Corte d’Appello di Milano.
“E’ un ostruzionismo e una scorrettezza inammissibile – spiega oggi C. G. – Nel mio caso uno dei cointestatari dei buoni in mio possesso con clausola PFR è deceduto e Poste Italiane si rifiuta di effettuare il rimborso dell’intero importo. La clausola, che evidentemente era stata introdotta proprio per risolvere situazioni simili, viene snobbata. Questo accade nonostante sia un’obbligazione contrattuale alla quale Poste si sottrarre e lo fa anche ‘goffamente’ menzionando una non precisa disposizione interna. Quando nei giorni scorsi mi sono recato allo sportello della sede centrale dell’Ufficio Postale di Lecco ho chiesto maggiori informazioni in merito a questa ‘disposizione interna’, ma anziché avere risposte sono stato invitato a chiedere ulteriori chiarimenti, via mail, alla sede centrale di Roma”.
Ma il Tribunale di Lecco non è stato l’unico ad aver condannato Poste Italiane a rimborsare i Buoni con clausola PFR, ci sono casi anche a Modena, Vercelli, Verona, Torino, Imperia e Milano solo per citarne alcuni.
A chiarire meglio il quadro della situazione è l’avvocato Giuseppe Chiarella, legale con studio in via Giuseppe Parini a Lecco, che nel 2015 seguì e vinse la causa contro Poste Italiane.
“Dal 2015 a oggi sono state emesse numerose sentenze contro l’ostruzionismo di Poste Italiane e stessa cosa, fino ad oggi, ha fatto la Corte di Appello di Milano. Poste Italiane, in riferimento ai buoni con clausola PFR, nel caso in cui uno dei cointestatari è deceduto non la rispetta e obbliga il cointestatario vivente ad una trafila burocratica – non dovuta – davvero complicata. Pensiamo ai casi in cui gli eredi del cointestatario defunto vivono all’estero, o casi in cui subentrano nuove generazioni di eredi che devono essere rintracciati. Problemi che non dovrebbero essere affrontati proprio in virtù della clausola di Pari Facoltà di Rimborso”.
Soluzioni? “Quando si pronuncerà la Corte di Cassazione verosimilmente si chiarirà in via definitiva la questione – fa sapere l’Avvocato Chiarella – Fino ad allora non resta che fare causa a Poste Italiane oppure piegarsi all’iter burocratico richiesto”.
Ma qual è il motivo di questo ostruzionismo? “E’ ipotizzabile che Poste Italiane cerchi di tutelarsi da eventuali rivalse che potrebbero avanzare gli eredi dei cointestatari defunti. Ma è una questione che non ha ragione d’essere proprio in virtù della clausola PFR”.