Nel 2021 oltre 5 mila pazienti seguiti dai Centri Psicosociali del Dipartimento
La Direzione Sanitaria di Asst Lecco: “Con le Ats lavoriamo ad un maxi concorso per trovare risorse”
LECCO – Mancano gli psichiatri, i posti vacanti restano numerosi in Asst (sono tredici al momento) e l’ultimo concorso indetto, chiuso due settimane fa, è andato deserto. Una situazione purtroppo non nuova e non circoscritta all’area lecchese, come precisa la Direzione Sanitaria di Asst, e che vede un’unica soluzione percorribile: fare rete.
“Oggi la fuga dei medici Psichiatri verso altri presidi, soprattutto all’estero, si è fermata ma restano scoperti numerosi posti – ha fatto sapere il dottor Enrico Frisone, Direttore Sociosanitario di Asst Lecco – attualmente quelli vacanti a Lecco sono tredici. Il fatto è che i concorsi indetti negli anni scorsi non hanno avuto esito, in alcuni casi sono andati deserti, in altri i candidati si sono presentati a macchia di leopardo, decidendo poi di non accettare il posto”. Un problema di tutte le Asst lombarde e per il quale Regione ha emesso una serie di linee guida che, come precisato, “contengono indicazioni specifiche per le Psichiatrie”.
“Come già accade per altre specialità mediche – ha spiegato Frisone – anche per gli Psichiatri Regione ha chiesto alle Asst di aggregarsi tra loro per indire dei ‘maxi concorsi’. In pratica è richiesto alle direzioni delle Ats di unire le forze”. L’aggregazione avviene in base alle sedi universitarie: “L’Asst di Lecco, che fa parte di Ats Monza, si unirà dunque ad Ats Insubria e Bergamo – ha precisato Frisone – parliamo di circa 3 milioni e 900 mila abitanti complessivi, uno dei nuclei più popolosi della Regione, con due sedi universitarie. Ogni Asst afferente dovrà raccogliere il proprio fabbisogno e segnalarlo ad Ats che a sua volta si occuperà di indire il concorso. In questo modo sarà possibile avere indicazioni più precise circa la necessità di medici e una graduatoria molto più ampia”. Per facilitare l’accesso alle graduatorie, come spiegato, sarà poi concesso lo scambio all’interno di tutte quelle attive.
I tempi per indire questo maxi concorso “aggregato” sono però ancora lunghi, secondo le previsioni di Frisone: “Ci vorrà almeno un altro anno, nel frattempo non non stiamo con le mani in mano. E la parola d’ordine è sempre la stessa: è fare sistema”.
I pazienti seguiti dal Centro psicosociale del Dipartimento Salute Mentale e delle Dipendenze dell’Asst sono stati oltre 5 mila nel 2021, il 55% dei casi con quadri psicopatologici gravi. Si registra anche un incremento degli accessi per la fascia giovanile (sotto i 25 anni): dal 7% del 2020 all’11% del 2021. Gli psichiatri in servizio al 31 dicembre 2022 sono 12 (erano 25 nel 2018).
L’aumento di fragilità, soprattutto nella fascia più giovane della popolazione, è evidenziato anche dai dati relativi alla Neuropsichiatria Infanzia e Adolescenza. Nel 2020 i pazienti di età compresa tra 0 e i 18 anni seguiti per disturbi psicopatologici, neurologici e neuropsicologici (disturbi dell’apprendimento, ritardi cognitivi, sindrome di iperattività e disattenzione) sono stati 3.527, nel 2021 4.127 (+17%). Di questi, gli adolescenti (12-18 anni) presi in carico sono stati 313 nel 2019 (pre-pandemia) e 368 nel 2021. 8, attualmente, i Neuropsichiatri in servizio.
“Da inizio 2021, con la pandemia, siamo in stato di ‘emergenza’ con i medici psichiastri, a causa di una serie di dimissioni, pensionamenti e anche di un decesso – ha detto Frisone – ma continuiamo a garantire i servizi essenziali anche grazie al modello delle Case di Comunità dove è prevista la figura di uno psicologo. Anche in questo caso la parola d’ordine è fare rete, parlo cioè di una visione integrata psicologo/psichiatra che, di fatto, sposa le attuali linee guide in materia”.
Questa condivisione è fatta principalmente con i Medici di Medicina Generale: “Sono loro che segnalano pazienti con Disturbi Emotici Comuni (Dec) inviandoli, all’occorrenza, al Cps per valutazione psichiatrica. Il passo in più che vogliamo fare, per ‘snellire’ i Cps già sovraccarichi, è indirizzare i pazienti, sempre tramite i medici di base, agli ambulatori di psicologia nelle Case di Comunità attive a Introbio e a Olgiate Molgora, in attesa che si attivino anche quelle di Oggiono e Calolzio. Queste strutture diventeranno cioè fondamentali per intercettare in maniera precoce pazienti con sindromi lievi e disturbi emotivi comuni, evitando il passaggio dallo psichiatra al quale ci si potrà comunque rivolgere per un eventuale supporto farmaceutico alla terapia” ha concluso Frisone.