La dirigente scolastica Policastro: “Le perplessità sollevate da alcuni colleghi e genitori, seppur legittime, non trovano alcun fondamento scientifico”
“Lavoreremo per migliorare i servizi a supporto degli studenti e delle famiglie”
LECCO – Una scelta “in linea con la tendenza nazionale, ponderata e condivisa”. Così la dirigente scolastica dell’Istituto Medardo Rosso di Lecco Alessandra Policastro ha definito l’adozione, a partire dal prossimo anno scolastico, della settimana corta per l’attività didattica che sarà così distribuita su cinque giorni, invece che i canonici sei.
La preside è intervenuta sul tema con una nota stampa per chiarire il contesto della scelta e la sua condivisione, a fronte di alcune polemiche emerse nei giorni scorsi.
“L’introduzione della settimana corta, deliberata dal Consiglio d’Istituto a seguito di un ampio processo di consultazione e confronto iniziato già negli anni pregressi con sondaggi e discussioni in Collegio docenti, è una scelta in linea con la tendenza nazionale: ad esempio, oltre il 70% degli istituti scolastici di Milano e provincia, adotta già da anni questa organizzazione oraria, comprendendo tutte le tipologie di scuole, tra cui licei artistici, scientifici e classici. La decisione – scrive la dirigente – è stata presa nel pieno rispetto della normativa vigente, seguendo una procedura trasparente che ha coinvolto tutte le componenti scolastiche, ovvero il sondaggio preliminare rivolto alle componenti attive della scuola al fine di acquisire indicazioni sulla preferenza tra la settimana corta e quella distribuita su sei giorni. I risultati sono stati raccolti in forma anonima e successivamente condivisi al Collegio dei Docenti e al Consiglio di Istituto”.
Nella seduta del 14 gennaio, la cui convocazione dell’8 gennaio prevedeva al punto 3 l’organizzazione oraria per il nuovo anno scolastico secondo quanto indicato nell’Atto di Indirizzo dalla scrivente emanato in data 30 ottobre 2024, è stato condiviso l’esito del sondaggio. Il parere espresso dal Collegio, pur non vincolante, è stato portato all’attenzione del Consiglio di Istituto come elemento informativo. La deliberazione definitiva, dopo ampia argomentazione di tutte le parti in merito ai vantaggi didattici e organizzativi, così come le difficoltà attuative, è stata adottata a maggioranza assoluta dal Consiglio d’Istituto, organo competente per le modifiche al Piano Triennale dell’Offerta Formativa (PTOF)”.
“Le perplessità sollevate da alcuni colleghi e genitori, seppur legittime, non trovano alcun fondamento scientifico – prosegue la preside – In particolare, mi lasciano perplessa le affermazioni che vogliono legittimare le proprie riluttanze ad adottare la settimana corta, sostenendo che la stessa potrebbe inficiare la qualità del rendimento scolastico dei propri alunni poiché le materie presenti nel proprio piano di studi, in ragione della loro complessità elevata, non permetterebbero l’adozione della settimana corta. Tale argomentazione sembra voler insinuare che gli studenti degli altri istituti con medesimo Indirizzo e sparsi sul territorio nazionale – che adottano la settimana corta da anni – non riescano a conciliare lo studio con l’organizzazione oraria; un’ipotesi smentita dai fatti e dai risultati di eccellenza raggiunti da questi istituti. Inoltre, non pare esserci nessuno studio scientifico che dimostri che l’adozione della settimana corta determini un detrimento delle competenze e del rendimento degli alunni o che vi sia un qualsiasi nesso di causa tra le due cose”.
“Consapevoli dell’impatto logistico che un’organizzazione oraria concentrata su cinque giorni può comportare, è intenzione di questa amministrazione, unitamente agli enti territoriali competenti che saranno prossimamente interpellati, lavorare per migliorare i servizi a supporto degli studenti e delle famiglie. Ribadisco che l’adozione della settimana corta è stata una scelta ponderata e condivisa, ispirata dal confronto con altre realtà scolastiche e mirata a favorire un miglior equilibrio tra tempi scolastici e tempi extrascolastici per i nostri studenti, come più volte evidenziato non solo dal Ministero dell’Istruzione e del Merito ma anche dalle raccomandazioni della Comunità Europea” ha concluso la preside.