Da Rivabella alle Caviate installati i cartelli per ricordare cosa è consentito fare e cosa no
La vicesindaco: “Confidiamo nel buonsenso di tutti”
LECCO – La bella stagione si avvicina e sul lungolago si ripropone il tema legato non solo alla sicurezza, ma anche al decoro. L’immagine, tra le altre, è quella della spiaggetta della Malpensata, località non balneabile per motivi di sicurezza ma puntualmente presa d’assalto da turisti (e non solo) che, in barba al divieto, prendono il sole e fanno il bagno.
A riaccendere i riflettori sulla sicurezza era stato, la scorsa estate, il tragico incidente costato la vita al giovane Aboubacar, 18 anni appena, morto annegato proprio alla Malpensata, a due passi dal centro città.
Il dramma aveva riportato ad interrogarsi sulla necessità di intervenire in maniera più decisa per fare rispettare il divieto di balneazione in quell’area. Un tema che in realtà interessa non solo il lungolago di Lecco ma tutto il percorso da Rivabella alle Caviate, per una questione che tocca sia la sicurezza che il decoro.
“Ci sono delle disposizioni ben precise da parte di Ats Brianza sulle località balneabili che come amministrazione abbiamo recepito ed integrato al nostro regolamento di Polizia Urbana per quanto riguarda sicurezza e decoro lungo il lago – spiega la vicesindaco Simona Piazza – abbiamo fatto dei sopralluoghi e apposto dei cartelli informativi in più lingue che indicano ciò che si può e non si può fare: ad esempio, alla Malpensata è vietato fare il bagno, per motivi di sicurezza indicati anche in un’apposita ordinanza sindacale, ma anche stare in costume, mentre poco più avanti, all’altezza del Chiosco da Friz, è vietato fare il bagno ma si può prendere il sole. A questo, se dovesse essere necessario, si aggiungeranno controlli dei nostri agenti di Polizia Locale”.
“Il lungolago non è un lido, confido nel buonsenso di cittadini e visitatori e nel rispetto delle regole” ha concluso Piazza.