Concluso il restauro del dipinto, ricollocato sul soffittone dopo aver rimosso l’amianto
“Intervento complicato e di grande responsabilità, unico in Italia”. La soddisfazione dell’assessore: “E’ stata la giusta scelta”
LECCO – Quando gli spettatori faranno ritorno a teatro, speriamo presto, alzando lo sguardo al soffitto potranno ammirare di nuovo “Il teatro della vita” di Orlando Sora, in tutta la sua rinnovata bellezza: un’impresa non semplice, assolutamente delicata ma perfettamente riuscita quella di restaurare il dipinto che impreziosisce il Teatro della Società di Lecco, rimuovendone l’amianto presente sia dall’acrilico che dal fondo sul quale era stato posto.
Ci sono voluti circa due mesi, da inizio giugno, per ricomporre le figure dipinte dal Sora negli anni Cinquanta e ricollocarle sul soffittone del teatro.
“E’ stata un’operazione unica in Italia – ci spiega la restauratrice Antonella Vitiello della Vitiello Restauri, incaricata dell’intervento dall’amministrazione comunale – perché il dipinto era posto su un supporto di amianto friabile, una qualità di amianto tra le più pericolose perché le fibre, disperse nell’aria sono molto dannose. Per questo è stata posta grande attenzione al confinamento dell’amianto affinché non vi fosse dispersione”.
Riguardo al dipinto “abbiamo effettuato un bendaggio delle figure realizzate dal Sora con un collante, in modo da preservarle, dopodiché le abbiamo sezionate, perché non era possibile trasportarle per intero, e numerate, poi sono iniziate le operazioni di taglio, partendo dai bordi per entrare con delicatezza nello spessore della pellicola pittorica, finché non le abbiamo estratte, una alla volta”.
Una volta rimosse le figure, è stata effettuata la pulizia dell’amianto dal soffittone, mentre i dipinti, confinati in un’altra sala, sono stati controllati ad uno ad uno insieme al personale dell’ATS per individuare tracce di amianto.
“Abbiamo salvato quei due millimetri di pittura che danno la vita all’opera – rimarca la restauratrice – per maggiore sicurezza abbiamo effettuato un ulteriore bendaggio usando della resina acrilica, ovvero lo stesso materiale usato a suo tempo dal Sora”.
Per le operazioni di ripristino era necessario ricreare il supporto dove andare a collocarlo: “E’ stata installata una rete in ergometal e passato l’intonaco con sabbia alleggerita. Poi è stata creata la griglia utilizzata dal Sora per posizionare tutti i personaggi nello stesso posto”.
Inoltre, per riprodurre lo stessa sensazione di risalto delle figure voluta dall’autore “abbiamo realizzato il fondo a ‘buccia d’arancia’ come fatto dal pittore a suo tempo – spiega Vitiello – la riadesione delle figure è avvenuta tramite mastice. L’intervento si è concluso con integrazioni pittoriche e sigillature dei pannelli”.
Concluso il restauro, c’è grande entusiamo per il risultato: “E’ stato un lavoro molto complicato e pieno di responsabilità – dice la restauratrice – non era scontato evitare che il dipinto si rovinasse e che si riuscisse a ripristinarlo così come era prima, anche con un’attenzione alla scelta dei materiali. Tenace è stata anche l’amministrazione comunale nel voler seguire questa strada. Ora Lecco ha un teatro bonificato dall’amianto e ‘ibrido‘ poiché risalente al 1800 e con una raffigurazione caratterizzante del Sora del 1979″.
La soddisfazione dell’assessore Sacchi
“E’ stata la prima scelta compiuta come assessore e condivisa con il sindaco e la giunta: mettere in sicurezza il teatro bonificandolo dall’amianto sul soffittone, dove Sora ha dipinto il suo acrilico – ricorda l’assessore Maria Sacchi – Una scelta coraggiosa, una scelta doverosa per la salute dei lecchesi e di chi potrà godere del teatro. Oltre all’amianto friabile sul soffittone è stato riscontrato amianto sull’arco di boccascena, nella zona orologio ed amianto a matrice compatta in ogni bocchetta di areazione dei palchetti”.
Una scelta che celava molte incognite. “”L’acrilico si sarebbe salvato? In toto, in parte? Siamo stati fortunati ed è stata molto brava la restauratrice Antonella Vitiello, con il suo staff, a cui vanno i miei primi e sentiti ringraziamenti insieme ai miei tecnici arch. Leopoldina Coppola e geom. Paola Cattaneo, con le quali si è condiviso ogni momento di questo importante intervento – rimarca l’assessore – Ringrazio inoltre l’impresa Scarabello che ha effettuato il meticoloso lavoro di bonifica dell’amianto, l’impresa STEM, e il dott. Sala dell’ATS per la professionalità ed attenzione che ha riposto sin dal progetto di confinamento alla completa restituzione all’uso del teatro, l’ing.Berlucchi, progettista e direttore lavori e l’arch. Donadello, progettista del lavoro di rimozione e restauro del dipinto”.
Come detto, si tratta di un intervento inedito quello realizzato a Lecco: “Non esiste letteratura artistica di intervento di rimozione di un dipinto da un supporto e di amianto e siamo diventati così un caso studio e siamo già stati contattati in merito da realtà interessate a capirne di più – fa sapere Maria Sacchi – La soddisfazione è grande, perché possiamo dire che lasciamo alla città un teatro sicuro e con l’opera di Sora ancora lì dove l’artista l’ha creata”.