“Se la ferrovia deve rimanere chiusa 26 mesi pretendiamo che la chiusura venga sfruttata per realizzare anche gli adeguamenti infrastrutturali necessari per garantire un servizio ferroviario efficiente”
COMO/LECCO – Il Comitato Pendolari Como-Lecco esprime profonda delusione “per la totale mancanza di risposte da parte della politica locale dopo l’appello inviato il 30 gennaio 2025 ai consiglieri regionali delle province di Como e Lecco, ai presidenti delle due province e ai sindaci dei comuni interessati dalla linea ferroviaria”. “Ad oggi – fanno sapere – solamente un sindaco ha risposto, peraltro di un comune non coinvolto nel primo lotto dell’elettrificazione. Questa mancanza di attenzione alimenta dubbi sulla reale efficacia del progetto di elettrificazione, che senza opere infrastrutturali aggiuntive rischia di non garantire un servizio ferroviario adeguato alle esigenze del territorio”.
La principale preoccupazione riguarda il possibile stop del servizio ferroviario per ben 26 mesi, con il rischio di ottenere al termine dei lavori una linea elettrificata ma priva di reali miglioramenti per i pendolari. “Ad oggi, non è stato ancora pubblicato il bando di gara per l’affidamento dei lavori, un passaggio essenziale per dare concretezza al progetto. Durante un’audizione della Commissione V di Regione Lombardia del 27 febbraio 2025, RFI ha dichiarato che il 17 febbraio è stato emesso il Decreto conclusivo del MASE e che a breve si chiuderà la Conferenza dei Servizi, aprendo la strada all’avvio della gara per l’aggiudicazione dei lavori. Tuttavia, la Como-Lecco non è indicata tra le linee ferroviarie che chiuderanno nel 2025. Resta quindi l’incertezza su quando i lavori inizieranno effettivamente” scrivono i pendolari.
Secondo il progetto attuale, la tratta Albate-Molteno rimarrà chiusa per 835 giorni consecutivi. “Una chiusura di tale durata avrà pesanti ripercussioni sulla vita quotidiana di studenti, lavoratori e frontalieri che utilizzano la linea ogni giorno. Per questo motivo, il Comitato Pendolari Como-Lecco sostiene la richiesta avanzata da Regione Lombardia a RFI di suddividere i lavori in tre fasi, permettendo la riapertura anticipata della tratta Merone-Molteno. Questo tratto, lungo solo 7 km e privo di gallerie, potrebbe essere reso nuovamente operativo in tempi molto più brevi, evitando così disagi prolungati per i pendolari”.
Se la chiusura totale della linea sarà inevitabile, il Comitato chiede “che il periodo di fermo sia sfruttato per realizzare tutti gli interventi infrastrutturali necessari per migliorare realmente il servizio ferroviario. Tra le opere indispensabili per il primo lotto Albate-Molteno figurano l’adeguamento della stazione di Cantù con ingressi in contemporanea a 60 km/h e la realizzazione di un sottopasso pedonale per l’accesso al binario 2. È necessaria anche la modifica delle deviate al PM di Albate, con ingressi indipendenti sui binari 3 e 4 per agevolare gli incroci e la fluidità della circolazione. Inoltre, l’adeguamento delle banchine in tutte le fermate e la realizzazione di un binario di incrocio ad Anzano del Parco potrebbero migliorare la capacità della linea e ridurre i tempi di attesa dei convogli”.
Il Comitato critica inoltre il silenzio delle istituzioni locali, che non hanno risposto alle richieste di revisione della cantierizzazione e di pianificazione di un servizio ferroviario post-elettrificazione che porti benefici concreti ai viaggiatori. “Si chiede una revisione del cronoprogramma, con priorità all’elettrificazione tra Albate e Cantù e l’estensione del servizio TILO fino a Cantù già nella prima fase dei lavori. Inoltre, si propone un servizio sostitutivo su autobus per la tratta Molteno-Merone-Cantù, per ridurre al minimo i disagi dei pendolari”.
Guardando al futuro, il Comitato sottolinea l’importanza di pianificare già da ora il secondo lotto di elettrificazione della tratta Molteno-Lecco. “Per garantire un servizio ferroviario efficiente, oltre all’elettrificazione, sarà fondamentale il raddoppio della tratta Molteno-Oggiono e la creazione di binari di incrocio a Sala al Barro e Valmadrera. Inoltre, si chiede la soppressione di alcuni passaggi a livello critici, come quello in località La Rettola, sostituendoli con infrastrutture adeguate”.
“L’elettrificazione della Como-Lecco deve essere un’occasione per ripensare l’intero servizio ferroviario, non un semplice intervento tecnico scollegato dalle esigenze del territorio. Per questo, il Comitato Pendolari Como-Lecco chiede risposte concrete e azioni immediate da parte delle istituzioni, affinché gli investimenti previsti abbiano un impatto reale sulla qualità del servizio e sulla vita dei pendolari. Fino a quando non arriveranno risposte chiare, la mobilitazione del Comitato continuerà per garantire un futuro migliore alla linea ferroviaria Como-Lecco” concludono i pendolari.