Virus respiratori fuori stagione, boom di casi anche nel lecchese

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Tosse e mal di gola i sintomi più comuni

I medici di medicina generale: “Forme fastidiose ma nella maggior parte dei casi non gravi”

LECCO – Boom di virosi respiratorie in quest’inizio estate: anche tanti lecchesi in questi giorni sono alle prese con sintomi fastidiosi e debilitanti, i più comuni febbre, tosse e mal di gola. Nulla di preoccupante, confermano i medici di medicina generale: la cura spesso consiste semplicemente nel riposo (e tanta pazienza).

“Il mese di maggio e inizio giugno in particolare hanno visto un alto numero di casi – ha confermato la dottoressa Francesca Leonardi, Medico di Medicina Generale e referente dell’Aggregazione Funzionale Territoriale di Lecco – il clima sicuramente non ha aiutato, gli sbalzi di temperatura hanno esposto maggiormente a questi virus, che colpiscono soprattutto le alte vie aeree. Si caratterizzano per tossi persistenti, che possono durare alcune settimane, ma anche febbre e mal di gola. Riposo, paracetamolo (tachipirina) e all’occorrenza ibuprofene spesso sono sufficienti per trattare la sintomatologia, in caso di febbre alta persistente per più di tre giorni e difficoltà respiratorie è però bene contattare il proprio medico per una visita”.

Attenzione anche allo Streptococco, batterio responsabile di faringiti e mal di gola: “E’ facilmente individuabile tramite tampone, che si può eseguire comodamente in farmacia – spiega Leonardi – in caso di positività il trattamento è con terapia antibiotica”.

“Bronchiti e faringiti virali, raffreddori comuni ed infezioni da streptococco sono le principali forme che stiamo vedendo nei pazienti in questo inizio atipico della bella stagione – ha aggiunto la dottoressa Livia Pontiggia, medico di base a Lecco – solitamente i farmaci da banco bastano ma attenzione ai campanelli d’allarme, quali appunto febbre alta, dispnea e dolore toracico. In questi casi una visita dal proprio medico per escludere complicanze è raccomandata. Soprattutto, evitare il fai da te con terapie antibiotiche, inutili per contrastare le forme virali ed anzi pericolose per il rischio di creare la cosiddetta antibiotico resistenza”.