Vittime delle mafie, a Lecco la storia di riscatto della Cooperativa La Paranza

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Da sinistra: Rita, Emanuele, Chiara e Diana

Incontro con gli amici del Giglio per raccontare il percorso di riscatto e rilancio del rione Sanità di Napoli, tristemente noto per fatti di cronaca legati alla Camorra

L’iniziativa in occasione degli eventi per commemorare le vittime innocenti delle mafie

LECCO – “Siamo nati nel Rione Sanità e qui lavoriamo per cambiare le cose”. Emanuele, Diana, Chiara e Rita sono quatto giovani membri della Cooperativa La Paranza, una realtà nata a Napoli, nel Rione Sanità, nel 2006, sulla spinta propositiva di alcuni giovani del quartiere e del parroco Don Antonio Loffredo, per rilanciare l’immagine non solo del rione, ma dell’intera città di Napoli, attraverso la riscoperta del patrimonio artistico e culturale.

la paranza giglioLa storia di questo progetto è stata protagonista nel pomeriggio di giovedì al centro Il Giglio di Pescarenico in occasione della Giornata in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. I ragazzi della Cooperativa avevano trascorso la mattinata all’Istituto Parini e nel pomeriggio hanno incontrato i frequentatori del Giglio per raccontarsi e raccontare un progetto che nel giro di 16 anni (dal 2006 al 2022) ha portato il numero di ingressi alle Catacombe di San Gaudioso e San Gennaro da 5 mila all’anno a oltre 200 mila (lo scorso anno sono stati 260 mila, ndr).

la paranza giglio“Sono nato nel Rione Sanità, i miei genitori abitavano nel vicolo dove è nato Totò. Ai tempi però questo quartiere era conosciuto principalmente per gli episodi di cronaca legati alla Camorra e la mia famiglia decise di trasferirsi poco lontano, per ragioni di sicurezza – ha raccontato Emanuele – nonostante ciò il clima teso era di casa e abbiamo vissuto diverse perdite. L’incontro con La Paranza è stato casuale, ero andato a visitare le Catacombe di San Gennaro però la mia tesi di laurea e me ne sono perdutamente innamorato, ho chiesto di poter lasciare il mio curriculum. Ai tempi lavoravo nel centro storico per la modica cifra di 19 euro al giorno e come tanti altri ragazzi di Napoli pensavo che avrei dovuto andarmene e cercare fortuna altrove, che con 19 euro al giorno una vita non te la puoi costruire. Stavo per comprare un biglietto di sola andata per Berlino quando arrivò la chiamata più inattesa, proprio dalle risorse umane della Cooperativa La Paranza e così ho iniziato. Oggi siamo più di 60 persone occupate, principalmente giovani, con un contratto a tempo indeterminato, una rarità a Napoli”.

la paranza giglioDiana invece è figlia adottiva: “Sono dell’idea che sia la città a crescerti e anche se quando racconto la mia storia c’è sempre qualcuno che deve precisare che non sono napoletana, io mi sento napoletana a tutti gli effetti. Vivo nel Rione Sanità e quello che oggi faccio per farlo rinascere dalle ceneri è di fatto quello che il rione ha fatto con me. Dopo la pandemia ero persa, non sapevo bene cosa fare della mia vita e ho deciso di fare il Servizio Civile, scoprendo che fare la guida mi piaceva tantissimo. Poi l’incontro con La Cooperativa La Paranza per la quale oggi lavoro, tenendo tour anche ai turisti stranieri, un valore aggiunto. Questa è una storia di vita, speranza e riscatto, che dimostra che se dai ai giovani dei confini protetti sanno dimostrarti dove sanno arrivare”.

la paranza giglioChiara e Rita, anch’esse entrambe del Rione Sanità, si conoscono dai tempi dell’Orchestra della Sanità, la Sanitansemble: “Quando sono arrivata ho chiesto di poter suonare le percussioni – ha ricordato Rita – mi hanno invece detto che avrei dovuto suonare il violino perchè avevo le mani da violinista e così ho fatto. La Paranza mi ha salvato la vita: l’omosessualità non era ben vista ma qui ho trovato chi mi ha aiutata a scoprire me stessa, accettandomi. E’ la mia famiglia”. Chiara ha aggiunto: “Sono della Sanità da generazioni e anche quando la situazione era arrivata all’esasperazione – era il periodo delle stese – non ho mai veramente pensato di lasciare il rione e Napoli. Questa è casa mia e come altri residenti volevo tornare a viverla in maniera sicura. La Paranza ci ha dato quest’occasione e l’ha data anche a chi ha avuto storie più difficili e ha avuto bisogno di una seconda possibilità”.

la paranza giglioDopo essersi presentati i giovani hanno risposto alle curiosità dei presenti sull’attività svolta. La Cooperativa è nata nel 2006 con la gestione della Catacomba di San Gaudioso, nella Basilica di Santa Maria della Sanità. È cominciato così un percorso che l’ha portata a vincere, nel 2008, il bando storico-artistico di Fondazione CON IL SUD. Questo è stato il primo passo del processo che ha portato al recupero, alla gestione e all’apertura al pubblico delle Catacombe di San Gennaro, un vero e proprio tesoro riportato alla luce e visitato ogni anno da migliaia di persone.

“Grazie a questo cammino abbiamo creato un turismo sostenibile, bar, ristoranti, alberghi, in uno dei rioni meno considerati di Napoli, ai tempi sconsigliato dalle guide turistiche – ha concluso Emanuele – cultura e lavoro sono gli strumenti per combattere lo stereotipo“.

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