Al Palasole una serata di approfondimento con CNR, esperti e produttori
“Un’annata difficile, anche se abbiamo confermato i nostri produttori DOP”
BELLANO – C’è un filo sottile che unisce emozione e consapevolezza nella Festa della Molitura organizzata ieri sera, venerdì, al Palasole di Bellano. Un po’ di commozione, inevitabile, per i 20 anni del Frantoio di Biosio, nato da una scommessa pubblico-privato con il coinvolgimento di Comunità Montana e cresciuto fino a triplicare le sue dimensioni. Ma anche la lucidità di chi sa che la campagna olearia appena conclusa è stata una delle più complicate degli ultimi anni.
“Un’annata difficilissima – ha raccontato il titolare della struttura (nonché vicesindaco) Leonardo “Poppo” Enicanti – abbiamo lavorato un quarto rispetto al 2024. Però tutti gli oli che hanno raggiunto la quantità per la DOP hanno superato panel test e analisi chimica, per cui anche quest’anno saranno presenti sette produttori DOP sul lago di Como“.
La festa, insomma, è diventato il momento da cui ripartire: perché senza questo frantoio, nato nel 2006 e sviluppato costantemente, oggi mancherebbe un presidio essenziale per l’olivicoltura lariana. Una collaborazione che ha permesso di creare un servizio indispensabile e di far crescere una filiera storica ma fragile, che affonda le sue radici addirittura nell’epoca romana.

Bellano ha scelto di celebrare questa storia non con una semplice festa, ma con una serata di studio, confronto e visione. Sul palco del Palasole sono intervenuti: Luigi Caricato, giornalista, oleologo, massimo esperto nazionale e internazionale di olio e olivo; Annalisa Rotondi e Lucia Morrone, ricercatrici CNR IBE di Bologna. Presente anche Giandomenico Borelli, presidente del Consorzio dop Laghi lombardi
Moderatore proprio Caricato, che ha ricordato l’importanza delle parole nel costruire una cultura condivisa dell’olivicoltura: “Per dare valore a questo settore, dobbiamo dare valore al linguaggio. L’olivicoltura lariana è complessa, l’orografia non aiuta: ma dobbiamo partire da questa complessità per costruirne il futuro”.
Le ricercatrici Rotondi e Morrone hanno presentato il lavoro avviato anni fa grazie a GAL: un progetto scientifico che punta a studiare e valorizzare il germoplasma olivicolo locale. Un percorso partito da lontano: nel 2004, grazie all’indagine di Renato Corti e Borelli, furono identificate 29 piante antiche sul territorio. Da queste piante vennero prelevate marze e riprodotte giovani piantine, oggi coltivate in due campi collezione a Valmadrera e Bellano. L’obiettivo? Ambizioso ma possibile: identificare, studiare e selezionare le varietà più interessanti, fino a ottenere un giorno una varietà autoctona lariana.

Morrone ha affrontato poi il nodo più attuale: le nuove avversità che stanno mettendo in crisi molti produttori, anche sul lago. La rogna è ormai arrivata anche a Bellano, mentre la mosca olearia continua a rappresentare una minaccia costante, senza dimenticare il cambiamento climatico.
Tra le soluzioni illustrate, una ha attirato particolare attenzione: la zeolite, una roccia naturale dalle proprietà sorprendenti. La ricercatrice ne ha evidenziato i vantaggi: trattiene l’acqua e la rilascia lentamente (diventando un alleato fondamentale con il clima che cambia), consente un rilascio controllato dei fertilizzanti, protegge le piante dalle malattie, ha dato ottimi risultati nella difesa dalla mosca senza interferire con la fotosintesi della pianta.

C’è stato spazio poi per un assaggio guidato dell’olio dell’annata corrente, cui ha fatto seguito l’apericena con musica dal vivo e la proiezione del cortometraggio “Custodi della terra. Storie di muri, viti e ulivi a Bellano” di Carlo Bava e Maria Cristina Pasquali.
E poi lo sguardo sul futuro: oltre ad arrivare a definire una varietà locale con il CNR, definire una mappatura aggiornata degli olivi, posizionare nuove centraline meteo per supportare i produttori nei trattamenti da eseguire e incentivare Regione Lombardia a investire di più in questo comparto.
Nonostante un’annata durissima, il settore non si arrende. Cambia la generazione dei produttori, calano entusiasmo e forza lavoro, ma la consapevolezza è unanime: l’olivicoltura lariana è un patrimonio da difendere e valorizzare.
E il ventennale del Frantoio di Biosio ha mostrato che la strada è tracciata: unire ricerca, comunità, istituzioni e produttori per far fronte alle sfide climatiche e ridare slancio a una tradizione antica e preziosa com’è l’olivicoltura lariana.

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