Don Luigi Peraboni saluta Merate: “Grazie per questi 12 anni alla ricerca di Dio”

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Questa mattina, domenica, la messa solenne di saluto a don Luigi Peraboni

Il grazie al prevosto per i 12 anni trascorsi nella parrocchia di Sant’Ambrogio

MERATE – “Mi ha tirato la veste per la terza volta e non mi ha più detto “Ho fame”, ma “Voglio mangiare con te”. Luigino (nome di fantasia, ndr) ha capito bene cosa significa la leggerezza di Dio. Grazie a tutti voi che in questi dodici anni avete mangiato con me”.
Ha al centro un bambino della scuola dell’infanzia, il suo candore e la sua immediatezza, l’aneddoto che don Luigi Peraboni ha voluto citare questa mattina, domenica, durante la messa di saluto dalla parrocchia di Sant’Ambrogio, concelebrata insieme a don Davide Serra, don Sergio Massironi, don Biagio Fumagalli, il seminarista AmilKar e il diacono Davide Canepa.

Don Luigi Peraboni

Erano tante le persone che questa mattina hanno voluto salutare e ringraziare il sacerdote per quesiti anni trascorsi insieme in un clima di serenità e condivisione, augurandogli di poter continuare a seminare bene nella comunità di Cassina de’ Pecchi, dove presterà ufficialmente servizio da settembre. In prima fila il sindaco Mattia Salvioni con una rappresentanza dell’Arma dei Carabinieri e subito dietro il Comandante della Polizia locale Davide Mondella, diversi esponenti dell’amministrazione comunale e le suore. Presenti con una copiosa rappresentanza anche gli alpini.

A pronunciare le prime parole di ringraziamento a don Luigi è stato don Davide Serra, coadiutore dell’oratorio: “Ti sei definito un prete da magazzino e questo ci ha dimostrato e ci ha fatto vedere la concretezza del tuo servizio, capace di intervenire subito in maniera solerte, pratico e senza farsi notare appena c’era un bisogno”.

Dopo la lettura del Vangelo è stato lo stesso don Luigi a prendere parola: “Quando ci sono questi momenti di partenza e nuovi arrivi la gente si aspetta sempre qualcosa. E solitamente chi saluta fa memoria degli incontri avuti mentre la comunità che attende si chiede cosa di nuovo verrà portato. Ma vi faccio una confessione: il prete quando arriva in una nuova comunità arriva come ciascuno di voi quando arriva a messa la domenica: arriva in una comunità alla ricerca di Dio perché il prete è uno che cerca Dio, non ce l’ha in tasca. Potreste ora chiedermi se in questi 12 anni qui con voi a Merate ho trovato Dio” ha incalzato don Luigi con la consueta affabilità.

La risposta sono stati tre punti cardine che hanno orientato il percorso meratese di don Luigi. “Ho intuito, e ce lo ricordano anche le letture di questa domenica, la mitezza di Dio. E mi sono sempre più convinto della necessità, in una società in cui la mitezza viene confusa con l’arrendevolezza, di ricercare un Dio mite”.

Non solo. “Cercando Dio ho imparato la leggerezza di Dio. In questi anni si sono susseguiti innumerevoli incontri e attività e alcuni, non lo nascondo, erano di una certa pesantezza. Ed è stato proprio lì che ho intuito la bellezza che consiste nella leggerezza e nel sapere gustare la vita, sapendo sorridere e ringraziare”.

Il terzo momento di riflessione è arrivato grazie a un incontro, del tutto casuale, con il piccolo Luigino. “Era il 13 giugno di quest’anno, giornata in cui avevamo organizzato la messa di fine anno con la scuola materna. Finita la celebrazione arriva il momento delle foto. Tutti i bambini salgono sull’altare e arriva anche Luigino che mi tira la veste dicendomi che aveva fame. Gli rispondo di aspettare, poi do retta ad altri. Ma Luigino torna a tirare l’abito e mi dice ancore di avere fame. Guardo i pomodorini portati all’offertorio e per un attimo penso di darglieli per placare la fame”. I bambini sull’altare sono tanti, così come la confusione e il pensiero si perde. Ma Luigino tira la veste per la terza volta. Don Luigi non fa in tempo a rispondere che il piccolo cambia la prospettiva: “Mi dice voglio mangiare con te. Eh, Luigino l’ha capita bene cosa significa la leggerezza di Dio. E quindi grazie a tutti voi che in questi dodici anni avete mangiato con me”.

Durante l’offertorio sono stati consegnati a don Luigi dei doni: una casula e un album di fotografia di questi anni a Merate mentre l’assessore Gianpiero Airoldi ha portato in dono un libro e delle riflessioni condivide dai quattro sindaci con cui il parroco ha collaborato in questi 12 anni.
Dopo la comunione il sacrestano Franco Crippa ha intonato il canto intitolato “In quel tempo di grazia” che era un po’ l’inno della classe del 1987 di don Luigi.

Il Consiglio pastorale ha voluto ringraziare il sacerdote a nome di tutta la comunità per le “parole che hai spezzato con noi insieme al pane quotidiano” mentre il neo sindaco Mattia Salvioni ha spiegato il senso del regalo scelto dall’amministrazione comunale: “Sono pensieri sulla città e sul senso di comunità messi nero su bianco da me e da chi mi ha preceduto: un’occasione ancora di più per riflettere sul significato di questi due termini”.

Il prevosto ha, a sua volta, ringraziato tutti per la grande attestazione di stima e di riconoscenza: “Ringrazio le autorità civili e militari presenti. Ringrazio il sindaco e permettimi se ti darò del tu, ma ti ho conosciuto 18enne in oratorio e ti trovo oggi trentenne sindaco di Merate. Voglio ricordare e ringraziare anche i sindaci precedenti con cui abbiamo ben collaborato, in particolare Massimo Panzeri e Andrea Massironi, gli alpini e tutto il caro popolo di Dio che vive a Merate”.

Al termine della cerimonia, concluse le foto di rito, si è tenuto un percorso festoso, accompagnate dalle note della banda, fino in oratorio dove la festa è continuata con l’aperitivo comunitario.

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