La presa di posizione del Comitato civico ambiente e del comitato attuare la Costituzione
Calogero punta i riflettori sulla parte nord dell’area di via Allende che non risulta più praticabile dopo la realizzazione del giardino pubblico
MERATE – “Chiediamo che tutta la fruizione del giardino pubblico sia garantita poiché è dovere delle Amministrazioni progettare spazi nel rispetto del bene comune pubblico senza sottrarne alla cittadinanza e, di conseguenza, un diritto l’uso del bene da parte della collettività”. A parlare è Elena Calogero, presidente del Comitato Civico Ambiente e Comitato Attuare la Costituzione della Brianza, in merito al parco pubblico su terreno di proprietà comunale zona di Vedù, via Allende a Merate.
“Un tempo era un prato e l’intera area era calpestabile – ricapitola Calogero -. Dopo la realizzazione del giardino, risulta in parte non più fruibile. È la parte più a nord, un lungo corridoio di lunghezza 75 metri e larghezza 5 ricoperto di erba sintetica. Attraverso una Pec abbiamo chiesto all’assessore allo Sviluppo del Territorio Giuseppe Procopio la motivazione. La sua risposta non ci convince affatto”.
Calogero continua. Il vice sindaco ci ha spiegato che “la fascia nord, contro gli edifici è area dedicata alla manutenzione. In essa sono state realizzate le vasche per gli impianti di irrigazione che necessariamente dovranno essere interdette al pubblico”. Una spiegazione che non ha convinto i rappresentanti dei due comitati cittadini: “Ci preme chiarire che le vasche, in realtà, sono dei semplici piccoli pozzetti, come quelli che si trovano in tutti gli impianti di irrigazione ad uso comune. A domanda agli addetti al giardinaggio se fossero pericolosi la risposta è stata negativa, altrimenti non se farebbe un uso domestico. Al contrario, l’unica “vasca” di dimensione importante presente su tutta l’area si trova nella parte già calpestabile”.
Non solo. Procopio ha anche detto che “per garantire inoltre un accesso dedicato ai mezzi per la manutenzione delle opere stesse, senza alcuna interferenza per la fruizione da parte della collettività, l’area suindicata rimarrà non accessibile al pubblico”. In realtà abbiamo verificato che la manutenzione del piantumato pubblico viene effettuata nella parte ad oggi fruibile e i mezzi vengono parcheggiati nello spazio esterno al giardino”.
Calogero conclude: “Dalla sua apertura ad oggi, il corridoio di erba sintetica interdetto è stato usato per permettere l’accesso diretto alle piccole aree verdi delle villette private. Sottinteso che il verde pubblico è uno dei tanti servizi che il Comune deve garantire come “proprietà collettiva” e che almeno un terzo del suolo è stato di fatto sottratto al suo calpestio, come mai l’Assessore afferma che non vi sia alcuna interferenza per la fruizione da parte della collettività dato che è chiuso tranne che per accedere al privato?”. Da qui la richiesta, chiara e diretta: “Chiediamo che tutta la fruizione del giardino pubblico sia garantita poiché è dovere delle Amministrazioni progettare spazi nel rispetto del bene comune pubblico senza sottrarne alla cittadinanza e, di conseguenza, un diritto l’uso del bene da parte della collettività”.