Ieri sera in commissione territorio la proposta dei sindaci della cosiddetta seconda fascia
L’analisi dell’impatto viabilistico delle proposte di Rfi e l’incubo dello spostamento della gronda est ferroviaria
MERATE – una proposta che, pur non entrando nel dettaglio del posizionamento del nuovo ponte sull’Adda, sostiene di fatto la posizione dei sindaci dei Comuni della cosiddetta prima fascia (Paderno, Imbersago, Robbiate e Verderio) ponendo l’accento sulle criticità viabilistiche presenti sul territorio. Il tema della costruzione del nuovo San Michele tiene banco anche a Merate dove la questione è stata affrontata ieri sera, martedì, in commissione Territorio.
A presentare il documento, che verrà protocollato tra le istanze del dibattito pubblico, è stato il sindaco Mattia Salvioni: “Questo elaborato è il frutto di diverse interlocuzioni tra sindaci di territori differenti. Abbiamo deciso di suddividerci in prima e seconda fascia per motivi operativi. Nella prima fascia sono inseriti quei Comuni che sono interessati, direttamente, dalle ipotesi previste da Rfi per il nuovo San Michele. Quelli di seconda fascia sono invece i territori che subiranno le ricadute e gli impatti della nuova infrastruttura. Pensiamo che la progettazione del nuovo ponte non debba fermarsi all’opera in sé, ma fornire l’occasione per valutare e affrontare le maggiori criticità pendenti e irrisolte da anni”.

Con l’ausilio di slides, Salvioni ha poi elencato le questioni più spinose: dall’incrocio a Robbiate tra la Sp 54 e la Sp 55 e quello di Brugarolo al passaggio a livello della Sernovella e di Brugarolo, passando per il congestionamento delle strade, con la Sp 342 dir (Calco – Carnate), la Sp 3 (Sernovella – Bernareggio) e la Sp 177 (Bellusco – Usmate).
Così come evidenziato anche dai colleghi dei Comuni della prima fascia venerdì sera durante l’assemblea pubblica convocata a Paderno, Salvioni ha rimarcato come “sulla sostituzione del ponte San Michele stiano convergendo prospettive di connessione stradale e ferroviaria di primaria importanza che, fino pochi anni fa, trovavano soluzioni diverse nel quadro della programmazione regionale” confermando la preoccupazione per il rischio che il progetto della gronda est tra Seregno e Bergamo per il trasporto merci su ferro connesso alla direttrice del Gottardo possa venire deviato sul nuovo ponte di Paderno.

Da qui la netta conclusione: “Si ritiene che le proposte messe oggi sul tavolo da RFI non possano rispondere alle esigenze che la programmazione regionale aveva individuato e a cui veniva data risposta con gli interventi sopraesposti. L’utilizzo del ponte (o dei ponti) sostitutivo del San Michele per rispondere a tali esigenze viabilistiche e ferroviarie non solo comporta pesanti limiti ed esternalità negative sui territori, ma rappresenta un netto impoverimento del programma infrastrutturale lombardo, che concentra su una struttura mal localizzata, geograficamente e urbanisticamente, una pluralità di esigenze difficilmente conciliabili: traffico viario locale e traffico di attraversamento; trasporto pendolare viaggiatori verso la città metropolitana e trasporto merci su corridoio est-ovest”.
Nel documento si stigmatizza anche il percorso finora compiuto con un “dibattito pubblico dove tali premesse non sono però esplicitate” venendo meno anche, in sede di confronto pubblico, “la possibilità di un confronto con Regione Lombardia in qualità di soggetto con la titolarità sulla programmazione territoriale sovraprovinciale”.
La posizione finale ricalca, pur non entrando nei dettagli progettuali, quella dei sindaci di Paderno, Imbersago, Robbiate e Verderio con la richiesta del mantenimento della gronda nord est sul tracciato approvato dal Cipe nel 2005, l’individuazione di un nuovo ponte viario nel corridoio della Pedemontana e il recupero del progetto originale di riqualificazione del San Michele, riverificando con la Soprintendenza cosa sia meno impattante tra la realizzazione di un ponte in affiancamento all’attuale o la sua ristrutturazione più corposa (tale da allungarne la vita di 50 anni).
Tre punti fondamentali conditi con la richiesta di riqualificazione complessiva della mobilità territoriale con interventi complementari che risolvano le criticità del territorio promuvendo sostenibilità, sicurezza e coesione.
Una posizione, quella espressa da Salvioni, su cui sono convenuti anche i consiglieri di minoranza Massimo Panzeri e Dario Perego.
Panzeri ha infatti sottolineato come il documento presentato in commissione abbia due aspetti interessanti: “Il primo è il mantenimento della gronda est laddove era stata ipotizzata. Ci siamo concentrati in questi anni sull’impatto viario, senza pensare a quello che potrebbe derivare dall’arrivo di un’autostrada ferroviaria. Il secondo tema importante è quello della rivalutazione del progetto di ristrutturazione del San Michele del 2016 che avrebbe il grande vantaggio di scongiurare l’abbattimento di diverse case e al contempo tutelare il paesaggio”.
Dal canto suo l’ex sindaco Perego ha espresso il proprio favore per il metodo collegiale con cui si sta affrontando la questione ribadendo che il San Michele è un monumento che non può essere stravolto.

RADIO LECCOCITTÁ CONTINENTAL





































