Centro storico e aree dismesse: come cambierà il volto di Civate

Tempo di lettura: 5 minuti
L'ex area Black&Decker a Civate

Con la variante al PGT, l’amministrazione di Civate vuole risolvere problemi cronici

Si trasformano le ex aree industriali, in centro interventi contro lo spopolamento

 

CIVATE – Il volto di Civate potrebbe essere decisamente diverso nei prossimi anni: il Comune sta preparando la variante al PGT, una pianificazione voluta per risolvere questioni urbanistiche importanti che da anni riguardano il paese a partire delle aree dismesse, testimonianza dei vecchi insediamenti industriali di cui oggi restano vetusti edifici e lande desolate, destinate presto a trasformarsi.

“Ad ottobre abbiamo avviato la procedura di variante e raccolto le osservazioni dei cittadini, circa una ventina quelle pervenute, ora abbiamo indetto la conferenza di Vas – spiega il sindaco Angelo Isella – Le linee guida che abbiamo delineato prevedono tre grandi filoni: il recupero del centro storico, il recupero delle aree dismesse, infine la riqualificazione di alcune zone dell’area industriale“

Il problema del centro storico di Civate è lo spopolamento: “E’ un fenomeno con cui fanno i conti molti comuni, compreso il nostro. Alcuni immobili sono abbandonati, perché chi ci viveva si è trasferito fuori dal centro, in altri casi c’è stata una sostituzione della popolazione originaria con cittadini immigrati. Questo spopolamento ha portato anche alla mancanza di servizi nella zona del centro”.

Il centro storico di Civate

Molte sono le serrande abbassate che si notano camminando per le vie centrali di Civate: “C’è chi ricorda come vent’anni fa ci fossero diversi bar e negozi qui – dice il sindaco – bisogna anche ricordare però in quegli anni c’era un’azienda come la Black&Decker a pochi passi che occupava mille persone e mancava nelle vicinanze un centro commerciale come quello aperto di recente, la cui presenza ha avuto un forte impatto sui negozi di vicinato”.

L’intenzione dell’amministrazione di Civate per l’area del centro è quella di “rivedere le norme del Pgt per rendere più facile, da parte del privato, il recupero di alcuni edifici, quelli che meritano di essere recuperati; per altri invece senza valore architettonico e con elementi di rischio dovuti alla trascuratezza è possibile pensare alla demolizione e ricostruzione. Su questo abbiamo fatto un’analisi con il Politecnico”.

Centrale sarà anche il ruolo di Villa Sacro Cuore ora all’asta (vedi articolo) che, se il comune dovesse concretizzare in futuro l’acquisto, potrebbe servizi e appartamenti per anziani.

L’ex Black&Decker

Quel che resta della storica impresa, dopo l’abbattimento dei capannoni nel 2014, è una grande landa desolata. Nei prossimi tempi, però, dove prima si estendeva l’ex Black&Decker saranno costruite (dall’impresa Tentori di Lecco ora proprietaria dell’area) nuove palazzine residenziali:

“Quattro in tutto per circa 40-45 appartamenti, una da tre piani e le altre da due piani – spiega Angelo Isella – Abbiamo avuto dall’impresa una richiesta di riduzione della volumetria dai 14 mila metri a 8 mila metri e questo è un aspetto per noi positivo”.

 

“E’ prevista nell’accordo – spiega Isella – la realizzazione di un magazzino di circa 300 mq per il Comune con dei locali al piano superiore dove pensiamo di spostare alcuni uffici. L’ex mensa sarà demolita e lì troveranno posto dei parcheggi pubblici che saranno utili soprattutto a quanti si recano a fare escursioni verso San Pietro al Monte. Su questa riqualificazione mi aspetto che in primavera possa esserci qualche passo avanti da parte del privato”.

L’area ex Colombo

Oggi è un ‘brutto biglietto’ da visita, posto sulla strada principale che sale al centro paese, domani l’edificio dell’ex azienda Colombo sarà abbattuto per lasciare spazio ad un parcheggio:

“L’immobile e quegli spazi sono stati acquistati dalla ditta Morganti Kapriol che ha sede accanto e che vi terrà una porzione per lo scopi. L’altra porzione invece, a compensazione dell’ampliamento dell’azienda sul lato opposto per il quale è stata presentata un’osservazione al Pgt, sarà ceduta al Comune per farvi dei posteggi e per il miglioramento della viabilità”.

C’è poi l’area dell‘ex campeggio di Isella per la quale è già stato presentato il progetto di riqualificazione (vedi articolo) che vedrà l’abbattimento e la ricostruzione dell’immobile per farvi dei locali polifunzionali, una zona ristorazione e un’area fitness esterna.

“Tre situazioni che dalla fine degli anni Novanta insistono sul nostro territorio finalmente hanno trovato una strada per essere risolte – rimarca con soddisfazione il sindaco – in altri casi invece come ‘Cascina Santa’ e il ‘grattacielo Isella’ abbiamo cercato l’interlocuzione con il privato ma finora senza successo”.

L’edificio dell’ex campeggio che sarà abbattuto e ricostruito

L’area industriale

C’è poi un altro invento che l’amministrazione vorrebbe portare a compimento con la variante del Pgt e riguarda la riqualificazione dell’area industriale al confine con Valmadrera e per farlo deve mettere mano al PAI (Piano Assetto Idrogeologico):

“Si tratta di una pianificazione vecchia di vent’anni e che pone quell’area in ‘zona4’ per livello di rischio, significa che è possibile eseguire solo manutenzioni agli edifici industriali. In questi anni il mondo delle imprese del territorio sta cambiando così come le loro esigenze, i vecchi capannoni che prima ospitavano trafilerie e aziende di trasformazione del ferro non si adattano alle necessità di imprese più tecnologiche. Attualmente però non è possibile demolire e ricostruire i capannoni riducendone le dimensioni, per farlo serve una variazione dei PAI”.

Il sindaco Angelo Isella

Per questo il Comune ha già assegnato degli studi idrogeologici che presenterà in Regione: “La nostra tesi è che gli interventi effettuati negli anni al torrente Rio Toscio abbiano ridotto il livello di rischio – spiega il sindaco – Questo consentirebbe alle imprese di sistemare i vecchi capannoni, metterli a nuovo quindi migliorando l’estetica della zona ed evitare che realtà del territorio siano costrette a spostarsi altrove per trovare risposta alle loro necessità”.