Civate, grande festa per i 100 anni degli alpini: “Grazie per esserci sempre”

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Ieri, domenica, la conclusione dei tre giorni di iniziative per il centenario di fondazione degli alpini di Civate

Il grazie delle istituzioni per l’essere sempre un esempio per tutti

CIVATE – “Siete gli angeli custodi della nostra comunità. Siete sempre presenti, anche nei momenti di difficoltà”. Sono le parole sincere e commosse pronunciate dal sindaco Angelo Isella ieri, domenica, in occasione della cerimonia per i 100 anni di fondazione del gruppo alpini di Civate.

Un anniversario importante, festeggiato in grande stile con una tre giorni di eventi, iniziata venerdì 22 settembre con il ricordo dell’alpino Antonio Batta Valsecchi affidato al professor Carlo Castagna. Una figura, quella di Valsecchi, passato alla storia per le gesta, nella notte tra l’11 ed il 12 febbraio 1912 col Battaglione Edolo in Libia su cui si sono accesi i riflettori anche ieri, domenica, durante la messa celebrata dal parroco don Luca Civardi nella suggestiva cornice del Chiostro di San Calocero.

Presenti tantissime persone che hanno preso parte anche al corteo per le vie del paese, a cui hanno preso parte anche gli studenti delle scuole medie.

Ad aprire la fila dei discorsi delle autorità il sindaco Angelo Isella ha voluto sottolineare l’importanza dei tre parole, ovvero amicizia, solidarietà e pace che hanno contraddistinto il vissuto di Valsecchi e rappresentano anche la storia degli alpini civatesi. “Festeggiamo un traguardo storico che ci parla di un gruppo appassionato, orgoglioso e unitissimo. Un gruppo che, con la sua presenza, ha accompagnato la crescita della società, civile e religiosa, di Civate. Un gruppo che è un esempio per le future generazioni”.

Isella ha poi voluto porre l’accento sulla capacità di tradurre concretamente in azioni questi principi: “Siete sempre pronti a dare una mano mettendo la persona e il rapporto umano al primo posto con forza, tenacia e tenerezza. Grazie per esserci sempre”.

Anche la presidente della Provincia Alessandra Hofmann ha voluto ringraziare gli alpini per aver rappresentato in tutti questi anni un punto di riferimento per la comunità, seguita dal Prefetto di Lecco Sergio Pomponio e dal tenente colonnello del battaglione Morbegno mentre il presidente della sezione Ana di Lecco Emiliano Invernizzi ha preso esempio a sua volta dalla figura di Antonio Valsecchi: “Lui e i suoi compagni hanno difeso la loro vita e la loro postazione a oltranza. Ed è quello che anche noi dobbiamo fare: difendere i principi sanciti dal nostro statuto in una società dove non si sa più quali sono e va sempre bene tutto. Non è così: ci sono dei cardini che non devono mai essere messi in discussione”.

A unirsi al coro di ringraziamenti il parroco don Luca Civardi che, durante la predica, ha ribadito l’importanza di riuscire a farsi curare il cuore dall’invidia, malattia feroce che divora l’anima.
“I preti non sanno fare molte cose, però questa settimana pensando a voi ho voluto scrivere una piccola preghiera che ho scritto su un biglietto donato al capogruppo Paolo Mauri – ha precisato -. Potete metterlo come un saluto sulla porta di ingresso della sezione sull’uscita, accanto e dopo quella dell’alpino”. Il testo recita così: “Cristo degli alpini, guida i nostri passi nella certezza che ogni sentiero ha la sua meta, ogni mano è il cuore di un fratello, ogni cappello con la penna nera è lo specchio della nostra anima. Cristo degli alpini dacci la forza per fare le salite, sia quelle delle montagne che quelle del cuore. Cristo degli alpini, apri le tue braccia sulla croce del calvario e sulle croci di montagna, così sapremo di essere amati e impareremo ad amare”.

All’offertorio poi sono stati portati in dono il tricolore, il cappello degli alpini e il gagliardetto di cento anni fa e di oggi, una stella alpina e gli scarponi. Anche il sindaco ha voluto omaggiare il capogruppo con una targa: “La comunità di Civate ringrazia”. Una scritta tanto semplice quanto incisiva che ben rappresenta il profondo legame del paese con gli alpini.