Cantar di Pietra, a Tremenico presentati il nuovo museo e la mappa di comunità

Tempo di lettura: 5 minuti

Valorizzare il territorio per un turismo sostenibile

Riti, tradizioni e racconti… dalla miniera al vivere quotidiano

TREMENICO – Il giorno deciso per l’inaugurazione non è affatto casuale, si è scelto Sant’Agata per aggiungere valore a una festa della tradizione: così il museo “Cantar di Pietra” da oggi vive nel cuore di Tremenico, piccolo paesino del comune di Valvarrone.

Nel giorno dedicato ai festeggiamenti della Santa, è stata presentata nella piccola piazzetta dove ha sede il museo anche la Mappa di Comunità. Entrambi i progetti sono stati realizzati dalla Comunità montana Valsassina, Valvarrone, Val d’Esino e Riviera e dalla Provincia di Lecco (ente capofila) nell’ambito del progetto Interreg La voce della terra: canti e riti della tradizione – VoCaTe.

Alla cerimonia hanno partecipato il consigliere provinciale con deleghe al turismo Irene Alfaroli, il presidente della Comunità Montana Fabio Canepari, il sindaco di Valvarrone Luca Buzzella, il viceprefetto e commissario di Sueglio Marcella Nicoletti, oltre al sindaco di Pagnona Martino Colombo e al vicesindaco di Parlasco Dino Pomi. A don Andrea Molteni il compito di benedire la nuova struttura.

Da sinistra, Martino Colombo, Marcella Nicoletti, Luca Buzzella, Fabio Canepari, Irene Alfaroli, Ferruccio Adamoli

“VoCaTe ha valorizzato la ritualità tradizionale nel territorio prealpino lecchese e nel Canton Ticino per consolidare il patrimonio culturale immateriale dei territori di frontiera – ha detto Irene Alfaroli -. Un progetto che guarda al tema delle tradizioni viventi e del loro riutilizzo in termini di turismo sostenibile contribuendo in modo significativo alla rivitalizzazione dei luoghi attraverso iniziative di divulgazione e sostegno al turismo”.

Don Andrea Molteni

Anche Canepari ha sottolineato come il progetto di creare una rete di musei possa aiutare i nostri territori in chiave turistica: “E’ fondamentale mantenere le tradizioni che abbiamo. Un ringraziamento va a tutti quelli che hanno lavorato”.

“Un museo di nuova generazione che racconta in chiave moderna la storia delle miniere di Tremenico – ha detto Buzzella -. Una storia fatta di duro lavoro e sacrifici che durano da oltre 100 anni. Il museo raccoglie anche la testimonianza delle nostre feste liturgiche, delle tradizioni e dei riti quotidiani sopravvissuti nel tempo e tipici delle culture alpine. Il museo rappresenta un ulteriore passo in avanti in quel percorso di valorizzazione e promozione del patrimonio storico, culturale e paesaggistico della nostra Valvarrone. Un museo nato da un’idea, forse un sogno, dell’ex sindaco Flavio Cipelli e della sua amministrazione e che la mia amministrazione ha scelto di portare avanti. Grazie a tutti i volontari e a coloro che lo hanno reso possibile”.

Per far nascere il nuovo museo è stato ristrutturato il vecchio municipio che ospitava anche l’ufficio postale. Il costo per la parte strutturale è stato di 60.000 euro coperti da un contributo della comunità montana, mentre altri 15.000 euro sono arrivati dal Bacino Imbrifero Montano (Bim). Il costo dell’allestimento, circa 30.000 euro, è stato finanziato interamente nell’ambito del progetto Interreg.

Il museo Cantar di Pietra

L’ingegner Giorgio Pagani di Sfelab

Il museo è stato realizzato dalla società Sfelab di Cantù: “Si tratta di un museo con pochi oggetti perché per noi il museo è qualcosa che le persone devono portarsi a casa perciò, attraverso l’uso della tecnologia, puntiamo molto sul lato esperienziale – ha detto l’ingegner Giorgio Pagani di Sfelab -. Grazie a una guida virtuale (Pedro), che narra varia aspetti di vita quotidiana e non, il visitatore riesce a ricostruire autonomamente dei pezzi di storia che più facilmente restano impressi”.

Il tutto accompagnato da scelte architettoniche particolari e un sapiente utilizzo delle luci: “Per cercare di evidenziare i messaggi che vogliamo lanciare questi ultimi non devono essere troppo didascalici ma devono entrare nel profondo delle persone. Abbiamo cercato di rendere questo museo molto coinvolgente. I contenuti, poi, nascono da un confronto quotidiano con i volontari del museo che lo gestiranno e con tutta la comunità. I dialoghi in dialetto che si sentono sono proprio di persone di Tremenico”.

Il museo sarà il 6, 7, 8 e 9 dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 17 a ingresso libero. Possono accedervi otto persone per volta. Successivamente il museo sarà aperto a richiesta (e-mail: info@ecomuseodellavalvarrone.it; telefono: 0341.875040) in orari e giorni da concordare.

La mappa di comunità

Teresa Paolicchio e Veronica Pandiani

Sperimentare un percorso di partecipazione della comunità nella conoscenza e nel racconto del proprio territorio. Nasce con questo scopo la Mappa di Comunità presentata da Teresa Paolicchio e Veronica Pandiani della Cooperativa Liberi Sogni onlus di Calolziocorte.

“Dare valore ai riti, alle tradizioni ma anche riconquistare affezione per il proprio territorio e far nascere il desiderio di raccontarlo e promuoverlo – hanno detto -. Si tratta di una vera e propria mappa dove i luoghi segnalati sono stati scelti con la comunità stessa. L’idea è stata quella di capire quali fossero gli aspetti del territorio ancora riconosciuti e di grande valore per i cittadini”.

Tutto è cominciato con la creazione di un questionario che è stato compilato liberamente dai cittadini: “Partendo proprio dalle risposte è cominciato il lavoro vero e proprio: interviste di approfondimento, raccolta di fotografie, leggende, narrazioni il tutto poi è confluito in questa grande rielaborazione che è la mappa. Il nostro ruolo è stato solo quello di facilitatori”.

Sempre all’interno del progetto VoCaTe nei prossimi giorni verranno presentate altre due Mappe di Comunità: Il 9 febbraio al Circolo Arci di Carenno (ore 16.45) e il 13 febbraio al Teatro San Rocco a Premana (ore 20.45).