Il Lecco sconfitto dalla Pro Patria cerca di trasformare la rabbia in carica

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Gabriele Cavalli, capitano della Calcio Lecco
Gabriele Cavalli, capitano della Calcio Lecco

VALMADRERA – La ferita del Lecco sanguina ancora. La sconfitta di domenica al Rigamonti Ceppi contro la Pro Patria non è ancora stata metabolizzata del tutto, è comprensibile, ma ora a mente fredda la squadra pensa a come incanalare la rabbia affinché diventi il carburante per continuare la corsa, mentre la dirigenza cerca un modo per seppellire l’ascia di guerra e far tornare a toni più civili la discussione aperta con la presidentessa bustocca Patrizia Testa.

“Il presidente Di Nunno – riferisce Angelo Maiolo, team manager del Lecco – domenica era molto arrabbiato quando è arrivato in sala stampa, ragionandoci a mente fredda si è reso conto di aver esagerato. Per questo stiamo cercando di contattare la signora Testa e chiarirci, vogliamo chiudere la questione riportando il tutto a toni più civili. Di Nunno dopo la partita aveva pensato di andarsene, per il momento lo abbiamo convinto a restare, ma bisogna vedere come reagirà dopo il comunicato del giudice sportivo”.

In attesa di sapere quali saranno le conseguenze della giustizia sportiva, la squadra torna ad allenarsi sui campi del centro sportivo di Valmadrera. Capitan Cavalli, ancora visibilmente arrabbiato per la sua espulsione per doppia ammonizione a inizio del secondo tempo, spiega come ha vissuto la gara e pensa a come sfruttare tutta la rabbia accumulata per ripartire al meglio.

Angelo Rea, difensore della Calcio Lecco

“Non abbiamo potuto giocarcela – confessa Cavalli – è questo che mi fa arrabbiare. Se avessimo giocato normalmente e perso sarebbe stato diverso, avrei stretto la mano agli avversari e riconosciuto che erano stati più bravi di noi, così invece resta solo tanto nervosismo, cercheremo di usarlo per ripartire più forti di prima. L’arbitro si è subito posto duramente con noi, fin dagli spogliatoi quando ci ha fatto togliere la calzamaglia e poi si è arrabbiato perché per rispetto suo abbiamo aspettato che finisse la chiamata prima di ricominciare a prepararci. In campo continuava a minacciare tutti noi dicendoci che ci avrebbe cacciati tutti, non riuscivamo a parlargli, ci rideva in faccia. Tra primo e secondo tempo è venuto a intimarci di toglierci gli anelli, ma nessuno di noi li portava, non sapevamo più come porci nei suoi confronti. Il primo giallo che mi ha dato è stato solo perché ho chiesto spiegazioni sull’espulsione di Bertani, non avevo protestato, gliel’ho chiesto con tranquillità, ma mi ha ammonito. Con i nostri avversari, invece, ha avuto tutt’altro atteggiamento, ha dato loro un rigore quando il fallo era su Fabio (Cristofoli Ndr), ha concesso un calcio d’angolo che non c’era e si è inventato la punizione su cui hanno pareggiato. La rabbia è davvero tanta e ora la cosa più importante è ripartire da qui”.

Unica nota positiva della scorsa domenica è stata la grande presenza di pubblico e la vicinanza che i tifosi hanno mostrato alla squadra, a partire dalla spettacolare coreografia preparata dalla Curva Nord.
“Devo fare i complimenti ai nostri tifosi – conclude Cavalli – erano tanti, erano forse ancora più nervosi di noi, ma non ci hanno fatto mancare il loro sostegno nemmeno per un minuto. I complimenti li voglio fare anche ai miei compagni rimasti in campo che hanno stretto i denti e hanno cercato di non perdere la testa nonostante fossero rimasti in otto. Del presidente, invece, posso dire che è vero che ha il suo carattere, ma mette soldi e passione, è entrato in campo perché ci stava male per quello che stava capitando, è uno che ci mette il cuore. Forse ce l’hanno con lui perché parla troppo, ma è una persona corretta, ad avercene di presidenti così…”.

Sulla stessa linea d’onda sono le dichiarazioni del difensore Angelo Rea: “Di solito non commento mai gli errori arbitrali, ma stavolta è difficile sorvolare. Sarebbe bastato un po’ di buon senso per evitare di rovinare una partita così. Dalla prima ammonizione inventata a Bertani in poi è stata una somma di episodi. Per tutta la gara ci ha detto cose veramente brutte, specialmente per un arbitro così giovane. Io mi sono avvicinato a lui in occasione dell’espulsione di Di Nunno per spiegargli che il presidente non poteva uscire velocemente dal campo per via dei suoi problemi fisici, ma mi ha cacciato e ha continuato a dire a Di Nunno di fare in fretta ad andare via. Noi eravamo nervosi e per questo abbiamo fatto degli errori sui loro gol, ma era davvero difficile mantere la calma in una situazione simile. Era una bella partita, lo si è dimostrato nei primi 25′, era una gara maschia giocata palla su palla ed è stata rovinata, un vero peccato, spero che il commissario valuti gli errori…Adesso noi dobbiamo pensare a ripartire, a usare questa rabbia come carica, anche senza tre titolari importanti dobbiamo andare a Crema e fare risultato”.