MTB. Alle Cele Bike di Andora 10° posto per il mandellese Acquati

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ANDORA (SV) – Terza edizione della Cele Bike tenutasi a casa di Mirko Celestino, il biker Ligure, ex-professionista su strada e passato a fine carriera alla MTB, specialità in cui si è tolto delle belle soddisfazioni collezionando negli anni passati due campionati Italiani ed un terzo posto al mondiale! Sono tre i Mandellesi Acquati, Crippa e Manzotti, che, sfidando le previsioni del tempo, si presentano al via della Gran Fondo. Un’ostinazione premiata da un meteo asciutto caldo e soleggiato, e che rimarrà tale, in Liguria di ponente, per tutta la giornata di domenic; offrendo così condizioni, sia di temperatura che di percorso, ideali allo svolgimento di una corsa che, volendo qualificarla con un solo aggettivo, si potrebbe definire decisamente “tecnica”.

Il percorso alterna salite, soprattutto la prima, non lunghissima ma con pendenze importanti, a discese su tortuosi single track, in forte pendenza e su terreno smosso e sassoso, in cui la guida tecnica nonché un certa “malizia” è d’obbligo e l’attenzione deve essere sempre al massimo. Così come lo deve essere sui traversi a mezza costa, per esempio sul sentiero di 50 cm di larghezza che taglia in saliscendi orizzontale il pendio, di ben oltre il 30% di pendenza che sovrasta Laigueglia. Un traverso che essendo in leggero mangia & bevi , secondo il manuale del bravo agonista dovrebbe costituire un tratto di innalzamento della media, da percorrere in velocità spingendo a più non posso.

Già! Gli è che il cercare di percorrere alla più alta velocità possibile uno stretto sentiero del genere, tutt’uno con la bike per via dei piedi agganciati ai pedali, la coda dell’occhio che intravede laggiù, molto più sotto, la riva del mare, i sassi e le asperità di vario genere che di tanto in tanto si parano davanti alla ruota cercando di deviarla dalla “retta via”, beh tutto ciò finisce per procurare un gran lavoro al sistema nervoso autonomo con conseguenti copiose sovrapproduzioni di adrenalina al fine di attivare l’ancestrale modalità “Combatti o fuggi” e di conseguenza, come ben descrivono i manuali di fisiologia, la “dilatazione dei bronchi, aumento della frequenza cardiaca e del volume sistolico (e di conseguenza della gittata cardiaca), deviazione del flusso sanguigno verso i muscoli, il fegato il miocardio e il cervello e aumento della glicemia” .. e come senz’altro aggiungerebbe la dolce metà di chi vi scrive, “ti sei dimenticato la funzione più importante – spegnere il cervello! – ”; naturalmente qui intende, la muliera, il cervello pensante …

In definitiva una corsa nella migliore tradizione della MTB tecnica che, se bagnata, si sarebbe presentata decisamente molto impegnativa, e che, lo vogliamo ricordare, il neo-campione Italiano Tony Longo risultato vincitore ha percorso (45 km per 1350 m dislivello) in 1h 54’, con una media attorno ai 23 km/h a fronte della quale, forse, molti non addetti ai lavori storcerebbero il naso. In realtà, presa visione del percorso, una media del genere la dice lunga, non tanto (non solo) su quanto questi campioni riescano ad andare forte in salita e naturalmente vanno decisamente forte, ma piuttosto su quanto riescano a farlo in discesa e sul tecnico in situazioni in cui agilità, padronanza del mezzo e coraggio misto ad un pizzico di incoscienza non possono certo fare loro difetto, pena il non ottenere i risultati che viceversa ottengono.

Soddisfattissimi i mandellesi, tanto dal percorso, quanto dal meteo, con Acquati che ha concluso in 2h 43’, finendo nei premi finali per via del raggiunto decimo posto di categoria. A seguire Crippa in 2h51’ e Manzotti in 3h27’.

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