“Il concetto di ‘Salute’: uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale”
RUBRICA – Carissimi lettori, bentrovati! Oggi parleremo di “salute” insieme al dottor Pierfranco Ravizza, classe 1952, presidente dell’ordine dei medici di Lecco e cardiologo presso il nosocomio cittadino da ben 42 anni.
Buongiorno, dottore; vorremmo provare a definire insieme cos’è “la salute”
Il concetto di “salute” è stato definito per la prima volta nel 1948 dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) come uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale.
Erano gli anni del dopoguerra e il sogno era quello riuscire a garantire a tutti quello stato di benessere. Purtroppo col tempo si è visto che questo non è possibile per questa ragione nel 2011 l’Oms ha presentato una nuova definizione di salute come “capacità di adattamento e di auto gestirsi di fronte alle sfide sociali, fisiche ed emotive”; tale definizione pone l’accento sulla capacità dell’essere umano di convivere con la malattia nelle varie sue fasi. “Salute”, dunque, non è assenza di malattia ma, potremmo dire, il miglior livello di benessere possibile.
Come si ottiene tale livello di benessere?
Attraverso il miglior controllo dello stato della malattia, grazie alla prevenzione, agli interventi diagnostici, alle medicine, alle cure successive a interventi acuti.
Questo per quanto riguarda il benessere fisico, per quanto riguarda, invece, quello mentale e sociale?
Oggi esiste per i medici la possibilità di fare rete con i servizi e le strutture esistenti sul territorio e di avvalersi del supporto delle associazioni di volontariato che sono fiorenti e costituiscono un’importante risorsa.
Ora che l’abbiamo definita possiamo aggiungere che la salute è talmente importante da essere tutelata dalla Costituzione come diritto fondamentale garantito ad ogni individuo?
Certamente, l’art. 32 della nostra Carta stabilisce che “la Repubblica tutela la salute come “fondamentale diritto dell’individuo” e anche come “interesse” della collettività (notiamo che i termini usati per l’individuo e per la collettivtà sono diversi e indicano concetti giuridicamente diversi: quello di diritto in un caso e quello di interesse nell’altro, nds). Ma l’art. 32 è fondamentale anche perchè stabilisce un principio unico nel suo genere e cioè che la “Repubblica garantisce cure gratuite agli indigenti”; in pochi altri Stati nel mondo le persone vengono curate a prescindere dal proprio reddito e persino gratuitamente.
In linea con una tendenza generalizzata in altre professioni, anche in quella medica si assiste ad una progressiva e marcata specializzazione; il dottore altamente specializzato non rischia di perdere di vista l’essere umano nella sua integrità?
La visione olistica dell’uomo è fondamentale e non va persa di vista; d’altro canto oggi nessun medico riesce a gestire in un unico set tutte le necessità di salute del proprio paziente.
La specializzazione garantisce un alto livello di professionalità; oggi ogni specialista può scegliere fra un numero elevatissimo di farmaci, conoscenze approfondite da decenni di studi e strumenti sofisticati
A proposito di strumenti sofisticati, qual è il rapporto fra medicina, tecnologia e robotica?
Come diceva il filosofo Emanuele Severino la tecnica non è nè buona nè cattiva, dipende dall’uso che se ne fa; nel mio settore, quello della cardiologia, il campo visivo diretto è ancora fondamentale, in altri settori, penso ad esempio all’urologia o alla chirurgia addominale, ben venga l’uso di strumenti robotizzati; va precisato, però, che sono robot “stupidi”, estensioni dell’operatore umano che li usa con la propria intelligenza, diverso è il caso dell’intelligenza artificiale.
Un esempio di uso proficuo della tecnologia sono i pacemaker, piccoli dispositivi che vengono impiantati nel torace e che sono in grado di intercettare l’attività elettrica del cuore, battito per battito, di rilevare eventuali anomalie e di valutare di intervenire in tempo reale con una correzione.
Grazie dottor Ravizza
Grazie a voi, come ordine dei medici ci occupiamo, fra l’altro, di farci portatori di messaggi costruttivi, informali e tecnici nei confronti della popolazione e questa intervista ce ne fornisce l’occasione.
di Giovanna Samà
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