I biscotti di Baudelaire è fondamentalmente un ricettario che si spaccia per un romanzo. Infatti vengono descritte ben 239 ricette, più o meno gustose, d’altri tempi.
Sembrerebbe una cosa banale, se a narrare il tutto non fosse niente meno che Alice B. Toklas, amica intima della ben più celebre Gertrude Stein.
Raccontato in prima persona, il libro si apre con le due donne a Parigi, per la precisione nella Parigi degli anni d’oro, quella che attirava a sé personaggi come Fitzgerald, Hemingway, Picasso e molti altri ancora. Tutti personaggi che la Toklas ha avuto il piacere di avere a cena. E cosa si può cucinare se Picasso in persona, fissato con le diete, viene a cena a casa vostra? Per la Toklas non è un problema!
Ed ecco che l’autrice dà consigli e suggerimenti su come preparare piatti della tradizione francese ed europea. Per non parlare di alcune ricette ben più originali, come “la marmellata al cocco” presa addirittura dal ricettario di Mallarmé, capo scuola dei poeti simbolisti, o ancora il “punch caldo per una notte fredda” attribuito a Gustave Flaubert. Come se ciò non bastasse, la Toklas annovera nella propria collezione di ricettari Il grande dizionario della cucina, scritto dal celeberrimo Alexandre Dumas.
E se anche grandi artisti del calibro di quelli appena citati si sono cimentati in cucina, a noi non resta che provare le loro ricette e gustarci piatti prelibati.
Titolo originale: The Alice B. Toklas Cookbook (Il libro di ricette di Alice B. Toklas)
Editore: Bollati Boringhieri
Pagine: 272
Prezzo: 16,50 €
I biscotti di Baudelaire
«È il cibo del paradiso… dei paradisi artificiali di Baudelaire. Un dolce che potrebbe animare una riunione del Bridge Club. In Marocco dicono che serva a tener lontani i raffreddori durante gli inverni umidi, ed è più efficace se lo si accompagna con gran di tazze di tè caldo alla menta.
Bisogna rilassarsi e aspettare allegramente di piombare in uno stato di dolce euforia e scrosci di risate, sogni estatici ed estensione della personalità a diversi livelli simultanei. Se vi lascerete andare, potrete provare quasi tutto quello che provò Santa Teresa.
Prendere 1 cucchiaino di grani di pepe nero, 1 noce moscata intera, 4 stecche di cannella, 1 cucchiaino di coriandolo. Polverizzate tutte le spezie in un mortaio. Prendete una manciata di datteri senza nocciolo, una di fichi secchi, una di mandorle e arachidi sgusciate: tritate la frutta e mescolatela insieme. Polverizzate un mazzetto di cannabis sativa. Spargetela, insieme alle spezie, sulla frutta impastata insieme. Mescolate una tazza di zucchero a un grosso panetto di burro. Aggiungetelo alla frutta. Preparate un rotolo e tagliatelo a pezzi, oppure formate palline grosse come una noce.
Bisogna far attenzione a non mangiarne troppo. Due pezzetti a testa basteranno.
Può darsi che il reperimento della cannabis presenti qualche difficoltà, ma la varietà conosciuta col nome di cannabis sativa cresce comunemente in Europa, Asia e alcune parti dell’Africa, anche se spesso non la si riconosce; viene anche coltivata e serve per fabbricare corde. In America la sua parente stretta, la cannabis indica, si trova perfino coltivata in vaso sui davanzali delle finestre, anche se la coltivazione viene scoraggiata in tutti i modi. Bisogna raccoglierla e seccarla appena ha fatto i semi e quando la pianta è ancora verde».
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Francesca Numerati