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ABBADIA LARIANA – “Se dovessi incontrare Aicha non le direi nulla. La stringerei forte e le sussurrerei che il Signore le vuole bene da sempre, che lui ci è vicino e perdona”. E’ passata una settimana da quella tragica notte tra giovedì 24 e venerdì 25 ottobre quando Aicha Coulibaly in un raptus di follia ha ucciso Nicolò, il suo figlioletto di soli 3 anni.
E’ passata una settimana, ed oggi Abbadia Lariana piangerà per l’ultimo saluto a quel bimbo scomparso così drammaticamente, nei funerali che si terranno alle 14,30 nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo.
A celebrare il rito sarà don Vittorio Bianchi, dal 2010 parroco del paese, tuttora scosso dalla tragedia: “E’ orribile e inspiegabile quanto accaduto qui ad Abbadia”, dice. Se gli si chiede che idea si è fatto di quel terribile omicidio lui risponde: “Che la vita dell’uomo, grande dono di Dio, costantemente ci sorprende nelle realtà belle e, a volte, anche in quelle negative”.
“La vita è un mistero – aggiunge il sacerdote – e di fronte alla tragedia dobbiamo porci in modo rispettoso. E in silenzio. Non ci sono spiegazioni plausibili. Il credente si affida nel pianto all’amore del Padre. Fu l’atteggiamento di Gesù nell’orto degli ulivi: “Non la mia, ma la tua volontà”. Sì, il credente ha nel cuore, in fondo, la certezza che il buon Dio farà trionfare il bene”.
Dice, don Vittorio, di avere incontrato nei giorni successivi al dramma i nonni paterni del piccolo Niccolò. “Sono evidentemente distrutti dal dolore – spiega – ma sono ferventi credenti, perciò pregano con la consapevolezza di avere in Paradiso un angioletto. Nell’incontro con loro la commozione è diventata comune. E’ diventata conforto, speranza per poter riprendere ancora a vivere la vita”.
Ma cosa ha detto loro per confortarli? “Normalmente – risponde il parroco – le parole di fronte a simili tragedie sono vuote, inadeguate e persino sciocche. Sono validi soltanto l’incontro solidale, il tatto silenzioso e cordiale”.
Ha anche avuto modo, don Vittorio, di parlare con i bambini di Abbadia, molti dei quali certamente conoscevano Nicolò. Come ha spiegato loro questa tragedia? E quali sono state le loro domande? “Ho proposto ai bambini presenti alla messa domenicale la preghiera del “Gloria” per Nicolò e per i suoi familiari. Non mi sono soffermato a parlare o a commentare la morte di quel bambino. Il fatto era in qualche modo conosciuto. Ho detto che Nicolò è in Cielo, che vede da angelo il nostro dolore e il nostro pianto, che non tarderà a ottenerci l’aiuto di Dio, il nostro comune Padre che ci è vicino, che ci parla e ci indica la strada per essere suoi amici, felici per sempre”.
E a un genitore che dovesse spiegare al proprio figlio ciò che è accaduto, cosa consiglierebbe? “Consiglierei di dire al proprio figlio che il dolore, anche se grande, va accettato in silenzio per ascoltare i suoi richiami, come del resto il mistero dell’esistenza. Fa parte dell’autentica vita”.
Il pensiero va al padre del piccolo Nicolò. E la domanda sorge spontanea: come può un genitore superare un dramma tanto terribile? “Il dramma non si può cancellare – risponde sempre il parroco di Abbadia – E’ sempre dentro l’esistenza delle persone. E’ una delle comuni esperienze forti della vita di ogni uomo. Si convive con esso appellandoci per la fede alle grandi realtà che il Signore ci ha promesso”.
L’ultima domanda a don Vittorio riguarda le iniziative proposte dalla sua parrocchia per ricordare Nicolò. “Su indicazione di alcune mamme dei bimbi della scuola materna – spiega il sacerdote – alcuni giorni fa ci siamo trovati numerosi in chiesa e abbiamo recitato il santo Rosario. Abbiamo commentato una pagina del Vangelo, abbiamo colto la commozione e la partecipazione del dolore umano di Gesù. Questi, del resto, sono giorni che tradizionalmente richiamano alla preghiera, all’affetto per i propri cari defunti, alle realtà eterne”.
E’ passata una settimana da quella tragica notte. Abbadia non smette di piangere. E oggi accompagnerà il piccolo Nicolò nel suo ultimo viaggio terreno. I funerali del bimbo si terranno alle 14.30 nella chiesa parrocchiale di San Lorenzo, quindi il mesto corteo raggiungerà il cimitero del paese per la tumulazione.