Una S.P.A. turca a salvare le Trafilerie Brambilla

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    Trafilerie Brambilla - sindacati (3)

    CALOLZIO – Tirano un sospiro di sollievo, almeno per ora, i lavoratori delle Trafilerie Brambilla: l’attesa proposta di acquisizione dell’azienda è arrivata, praticamente all’ultimo momento rispetto al termine del concordato preventivo che scadeva nella giornata odierna.

    “La notizia è giunta lunedì sera e ieri c’è stato comunicato formalmente – spiega il segretario provinciale della Fiom, Diego Riva – E’ senz’altro uno sviluppo positivo visto che oggi, se non ci fossero state offerte sul tavolo, sarebbe scattato il fallimento. Ora attendiamo che il Tribunale ci dica come dobbiamo affrontare la crisi, una risposta è attesa per il prossimo mercoledì”.

    Brambilla - Calolzio - operaiAncora mistero sul nome del compratore: “Non è stato possibile averne il nome perché si tratta di una holding turca e come da prassi, per le società quotate in borsa,  sono in corso tutte procedure da parte degli organi di vigilanza” ha proseguito il segretario Riva.

    Per la prossima settimana è stato fissato un nuovo incontro con i sindacati che sono ansiosi di conoscere il subentrante alla gestione Brambilla: “Anche perché – conclude il segretario – bisognerà poi confrontarsi con questo nuovo soggetto; nulla è ancora scontato e speriamo di poter raggiungere fin da subito un’intesa”.

    Martedì sulla crisi delle Trafilerie Brambilla si era mosso anche il senatore Paolo Arrigoni che, allertato per lo scadere del termine del concordato e dalla mancanza di offerte di acquisto formali, ha presentato un’interrogazione al Ministro del Lavoro Giuliano Poletti e alla collega dello Sviluppo economico Federica Guidi un’interrogazione scritta sulla crisi aziendale delle Trafile Brambilla di Calolziocorte.

    Ai due, Arrigoni ha quindi chiesto “se e quali iniziative di propria competenza, anche in termini di moral suasion, il Governo intenda adottare a salvaguardia dei posti di lavoro e, al contempo, per garantire la permanenza sul territorio di una storica azienda; se sia possibile conoscere il progetto di reindustrializzazione utile al concordato preventivo predisposto dall’azienda; se, alla luce del perdurante stato di crisi economica e sociale del Paese, il Governo non convenga sull’opportunità, per ovviare ai problemi connessi alle lungaggini normative e burocratiche per l’erogazione degli ammortizzatori sociali ed evitare così che per mesi lavoratori ed intere famiglie rimangano senza alcun sostentamento economico, di riaffermare il cosiddetto “istituto dell’anticipazione””.