Metastasi. Brivio: “Ho chiesto l’incontro con il magistrato”

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    sindaco  Virginio Brivio

    LECCO – “Ho richiesto un colloquio con il magistrato ma l’incontro non è stato ancora fissato”. Virginio Brivio aveva già annunciato, all’indomani della pubblicazione sulla stampa delle intercettazioni che lo riguardavano, l’intenzione di farsi ascoltare dagli inquirenti per chiarire gli elementi che lo hanno coinvolto nell’operazione “Metastasi” e i suoi avvocati nei giorni scorsi avrebbero inviato tale richiesta alla Procura milanese.

    La prima cosa ora è contribuire alla chiarezza giuridica dei fatti – prosegue Brivio che rivela – lunedì in Consiglio Comunale farò una comunicazione complessiva”.

    Il sindaco di Lecco è finito nel mezzo della bufera per i colloqui telefonici con alcuni degli arrestati, tra i quali il sindaco Marco Rusconi di Valmadrera e il consigliere comunale Ernesto Palermo, quest’ultimo autodefinitosi “uomo dei Trovato”, la famiglia a cui fa capo lo storico boss dell’ndrangheta lombarda, Franco Coco Trovato.

    Le indagini hanno portato in carcere il fratello Mario Trovato ed altre 7 persone per “l’affare” del lido di Paré, dove il clan si sarebbe mosso per ottenere l’assegnazione dell’area dal Comune di Valmadrera facendo pressioni sul sindaco Rusconi, accusato di aver intascato una tangente di 5 mila euro sui 10 promessi.

    Ernesto Palermo
    Ernesto Palermo

    Una vicenda che avrebbe coinvolto da vicino anche il sindaco Brivio che, come ammesso dallo stesso primo cittadino, ha incontrato nel suo ufficio Antonio Redaelli, uno degli arrestati e socio della “Lido di Paré srl”, società oggetto della comunicazione atipica della Prefettura. Inoltre ci sarebbero scambi di sms e chiamate con il consigliere Palermo che avrebbe mostrato a Brivio il suo interessamento per le sorti di quella gara.

    Fatti per i quali Brivio si è difeso strenuamente nella conferenza stampa indetta lo scorso venerdì, cercando di fare chiarezza e respingendo ogni ombra sul proprio operato (vedi articolo).

    Il caso, però, sembra ancora ben lontano dallo “sgonfiarsi” e Qui Lecco Libera chiede le dimissioni del sindaco, denunciando contraddizioni nelle dichiarazioni rilasciate alla stampa e rispetto a quanto emergerebbe dalle intercettazioni sulla sua conoscenza o meno della presenza dei Trovato dietro l’affare di Parè.

    “Non è così – ribadisce il primo cittadino – ci sono telefonate che vengono riportate ed altre no, frasi che mi vengono attribuite e che sono state pronunciate da altre persone. Su queste illazioni non ho nulla da dichiarare. C’è una sola magistratura e una sola giustizia in Italia, le indagini di altri fatte in questo modo, poco rispettoso delle persone e dei loro famigliari che si trovano in una situazione difficile, fa crescere ben poco il senso di legalità. E’ veramente deludente questo tipo di atteggiamento”.