A chi va per monti in questa stagione, e ha la passione di partire di buon mattino sarà quasi sicuramente capitato di ascoltare il canto del Gallo forcello (Tetrao tetris), detto anche Fagiano di monte, intento nelle parate per la conquista del territorio di riproduzione e quindi delle femmine.
I maschi adulti di questo tetraonide occupano le posizioni centrali mentre i giovani restano defilati ai margini dei territori migliori. Le femmine restano nei dintorni dell’arena.
Il canto è molto caratteristico: un rogolio che ricorda un gorgoglio di acqua continuo ed incessante intervallato da dei “soffi” di aria forti e penetranti.
Lo spettacolo di questi combattimenti ha pochi pari nel mondo degli animali, almeno di quelli che vivono nel nostro territorio.
In questa stagione i maschi si radunano nelle “arene”, i luoghi scelti per i loro combattimenti dove si sfidano a colpi di esibizioni del loro piumaggio, rogolii, fischi , saltelli, fino a veri e propri combattimenti.
Le arene, poste in genere in luoghi aperti per essere meglio visti e piuttosto pianeggianti, sono mantenute fisse per parecchi anni e in questa stagione anno dopo anno sono frequentate per le loro parate. Alla mattina, ancora prima che cominci a diventare chiaro, i primi maschi raggiungono l’arena e cominciano immediatamente a cantare; questo è il segnale per tutti gli altri di quel territorio che accorrono per unirsi alla parata e dare inizio ai combattimenti. Nel giro di poco tempo si odono i frullare di ali degli esemplari che man mano arrivano e un coro ossessivo rompe il silenzio della notte.
Le arene di casa nostra sono purtroppo frequentate da sempre meno individui, raramente si raggiungono i 6/7 galli maschi, causa della caccia che anno dopo anno ha ridotto in modo drastico il numero di questi uccelli. In altre zone le arene sono frequentate da diverse decine di maschi: uno spettacolo indimenticabile per chi ha la fortuna di assistere.
Maschi e femmine presentano un evidentissimo dismorfismo del piumaggio. Infatti mentre i maschi sono neri cangianti, con sfumature bluastre e la coda a forma di lira con un ciuffo bianco nel centro, e dotati di evidenti sopraccigli rossi, le femmine sono brunastre e molto mimetiche. Il mimetismo del piumaggio delle femmine permette loro di “sparire” letteralmente nel terreno quado sono in cova rendendo molto difficile scorgerle quando sono al nido ricavato sul terreno.
L’alimentazione del gallo forcello è basata prevalentemente di germogli, foglie e bacche che trova nel suo habitat prediletto situato ai margini superiori dei boschi tra i 1600 è i 200 m slm.
Come la Pernice bianca, anche il Gallo forcello si ripara dai rigori dell’inverno ponendosi al riparo sotto la neve, scavandosi con l’aiuto delle zampe un breve tunnel, lungo fino a 150 cm, con al termine una cavità deve l’uccello trascorrerà la notte appoggiando le zampe sulle sue feci che, essendo costituite da materiale vegetale, le isola dalla neve.
Francesco Renzi
www.francescorenzi.com
<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<<
ARTICOLI PRECEDENTI
05 aprile – Attimi#11 – La Pernice bianca
22 marzo – Attimi#10 – Il Nibbio bruno
06 marzo – Attimi#9 – La Lepre
17 febbraio – Attimi#8 – Lo Svasso maggiore
03 febbraio – Attimi#7 – Il Pendolino
20 gennaio – Attimi#6 – Il merlo acquaiolo
08 gennaio – Attimi#5 – La volpe
15 dicembre – Attimi#4 – La gru
2 dicembre – Attimi#3 – Il martin pescatore
15 novembre – Attimi#2 – La poiana
1 novembre – Attimi#1 – Lo Stambecco
1 novembre – Gli scatti di Renzi nella nuova rubrica fotografica Attimi dedicata alla fauna