LECCO – “Cercheremo di fare da intermediario, di fare incontrare le parti perché si trovi una soluzione che sia la migliore possibile”. Lo ha dichiarato il prefetto di Lecco, Antonia Bellomo, che martedì mattina ha incontrato gli animalisti di ENPA, LAV e Zampamica per discutere della chiusura del canile di Lecco.
La richiesta di un incontro era giunta dalle associazioni e il prefetto li ha accolti all’indomani del termine del 30 giugno che era stato fissato dall’Amministrazione comunale per mettere i sigilli al rifugio di via Rosmini, poi prorogato di un mese per permettere il trasferimento dei cani.
“Abbiamo parlato con il Comune e con l’ASL – spiega Bellomo – quest’ultima mi è apparsa irremovibile sulla sua posizione e ha ribadito che i cani vanno spostati perché la struttura non è compatibile per ospitarli. Il Comune ci ha riferito dell’intenzione di attuare un trasferimento progressivo e lento, tenendo conto delle condizioni degli animali”.
Tra le ipotesi avanzate durante l’incontro anche quella di tenere a Lecco i cani più problematici e anziani, una trentina sui circa 70 attualmente ospitati, per i quali lo spostamento in altre strutture potrebbe rappresentare un trauma.
A rafforzare questa necessità anche la relazione della dott.sa Cinzia Galbiati, comportamentalista della Scuola di Interazione Uomo- Animale, che ha redatto le schede di ogni quattro zampe, per evidenziarne le singole problematiche.
“Non dipende dalla Prefettura ma qualche spiraglio che questo avvenga c’è – ha commentato il prefetto – I canili sono molto utili e risolvono il grave problema del randagismo; è qualcosa che non interessa solo chi ama gli animali ma ha un’utilità sociale per l’intera collettività. E’ importate che il Comune se ne doti e mi sembra che l’Amministrazione Comunale intenda seguire questa strada e stia facendo delle scelte per arrivare ad avere una nuova struttura sul territorio”.

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