LECCO – Giornata di protesta, quella di giovedì, per i lavoratori della Camera di Commercio di Lecco, contro i tagli e le scelte di riorganizzazione del settore camerale decisi dal Governo.
In particolare i dipendenti e le loro RSU criticano fortemente il taglio dei proventi del Diritto Annuale che rappresenta la principale fonte di entrata delle Camere di Commercio, stabilita nella misura del 35% a partire dal prossimo anno, del 40% nel 2016 e del 50% dal 2017.
“A fronte di un risparmio medio all’anno di 100 euro a impresa verranno meno i servizi fondamentali di sostegno alle aziende offerti dalla Camera di Commercio” spiega Egidio Longhi della RSU.
Rischiano di scomparire, secondo i lavoratori del settore, le funzioni storiche della Camera di Commercio, come la regolazione del mercato, di tutela dei consumatori, di risoluzione extragiudiziale delle controversie, ma anche i bandi e finanziamenti offerti alle imprese, i progetti per l’internazionalizzazione e l’innovazione.
Critiche al Governo anche per l’intenzione di trasferire il Registro delle Imprese al Ministero dello Sviluppo Economico, eliminando quindi un soggetto di interlocuzione diretta sul territorio. E’ questo che spaventa i lavoratori:
“E’ evidente che si punta alla chiusura delle locali Camere di Commercio, enti che svolgono una funzione importante sul territorio, che si autofinanziano grazie al contributo delle imprese e che non gravano quindi sulla collettività – prosegue Longhi – ci chiediamo che fine faranno i 12 mila lavoratori impiegati nella camere di commercio italiane, compresi i 45 dipendenti lecchesi”.
Per questo, giovedì mattina alla Casa dell’Economia, i lavoratori hanno esposto striscioni di protesta contro le novità al vaglio dell’Esecutivo, prima dell’orario di apertura degli uffici, intorno alle 8 e ancora alle 12 e alle 15.30. Seguiranno altre iniziative nelle prossime settimane.

RADIO LECCOCITTÁ CONTINENTAL






































