Olginate: la guerra “simulata” innesca la battaglia legale

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OLGINATE – Fucili ad aria compressa, divise mimetiche ed elmetti: si chiama softair, meglio conosciuto come “guerra simulata”, ed è un’attività ludico sportiva che ha preso piede negli ultimi anni anche in provincia di Lecco.

Nelle aree dismesse o boschive del lecchese può capitare, in particolare nei fine settimana, di intravedere squadre di “soldati” darsi battaglia; si tratta di un gioco di tattica militare, non ci sono morti o feriti, questo perché le armi usate, pur essendo fedeli ricostruzioni di modelli reali, sparano pallini e non proiettili.

Gli incidenti possono comunque capitare e soprattutto non manca chi di queste armi fa un uso improprio; uno di questi casi sarebbe successo ad Olginate, il giorno dell’Epifania: un giovane, dopo una segnalazione di alcuni cittadini, sarebbe stato fermato ed identificato dai carabinieri per aver sparato con un finto fucile contro alcuni cartelli, in piazza Roma.

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Alcune scene di Softair

Gli strascichi della vicenda hanno portato all’inizio di una guerra, questa volta legale, tra un’associazione di softair della zona e il titolare del negozio specializzato nella vendita di questi articoli, il PG Softair di Olginate, dove il giovane avrebbe acquistato l’attrezzatura.

“Casus belli” è stata la pubblicazione di un post in Facebook da parte di Giuseppe Pata, titolare dell’attività commerciale, riguardo ai fatti avvenuti in centro paese nel quale il commerciante, che è consigliere di minoranza in Comune, punterebbe il dito sulla X Mas ASD Softair Lecco: “Due dei tuoi sono stati protagonisti di fatti spiacevoli che hanno coinvolto la mia persona e il mio negozio” scrive Pata sul social network rivolgendosi al presidente dell’associazione, Carlo Dalmasso.

Quest’ultimo ha deciso di denunciare il negoziante per diffamazione a mezzo social network e minacce nei confronti “dei nostri Iscritti che sono stati citati dal Sign. Pata Giuseppe quali autori di spari in piazza a Olginate, in quanto estranei completamente alla vicenda. Questo è quanto dovuto per dovere di informazione corretta, per respingere il fango gettatoci addosso essendo noi un’associazione seria e rispettosa delle regole, a cui tutti i nostri iscritti si attengono scrupolosamente, pena espulsione”.

“Sono stato contattato dai carabinieri per verificare se il fucile fosse in regola e se fosse stato acquistato al mio negozio – ha replicato il commerciante – Questo ragazzo fermato aveva in tasca il biglietto da visita dell’associazione”.

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Alcune scene di Softair

Così sarebbe nata la disputa finita in uno scontro sul web, con la X Mas che ha smentito l’appartenenza del giovane al suo gruppo ed ha annunciato la denuncia.

“Non ho fatto nessun nome o cognome, ho solo chiesto spiegazioni per tutelare la mia attività – si è difeso Giuseppe Pata – l’accaduto mi causerà un danno d’immagine e per questo ho deciso di muovermi per le vie legali, chiudere il negozio fino a quando non si andrà a giudizio e qualcuno ne pagherà le conseguenze. Per lo stesso motivo sto valutando anche l’idea di sospendere l’attività della carrozzeria di cui sono titolare”.

Il negozio era stato aperto da Pata circa quattro anni fa, inizialmente in via San Rocco di Olginate, poi trasferito in via Diligenza ed infine via Sant’Agnese. “Da quando ho iniziato questa attività ci sono state lamentele ma personalmente mi sono sempre battuto contro chi faceva un uso scorretto di questa attrezzatura, effettuando diverse denunce ai carabinieri contro ignoti, insegnando ed educando ad una passione che deve ridursi ad un gioco, ad un divertimento, senza arrecare danni a cose o persone”.

Un gioco che nei dintorni di Olginate ha trovato spazio nell’area boschiva di proprietà del signor Pata nei pressi di Valgreghentino, dove regolarmente vengono ospitati match tra finti soldati, ma anche in altre zone nel calolziese e in Valsassina. Ad imbracciare le “armi”, ora, saranno però gli avvocati di entrambe le parti in Tribunale.