LECCO – Tra i reati commessi dall’ex consigliere comunale di Lecco, Ernesto Palermo, arrestato nel corso dell’operazione “Metasasi” non ci sarebbe quello di associazione a delinquere di stampo mafioso: lo ha deciso venerdì il Tribunale di Milano, che ha condannato il politico e insegnate galbiatese a 6 anni e 8 mesi di pena.
Una sentenza di cui l’amministrazione comunale di Lecco “prende atto”, così come scritto in una nota diffusa da Palazzo Bovara, e per la quale “si riserva di prendere visione delle motivazioni della sentenza”.

Al processo, che si è svolto per rito abbreviato, il Comune di Lecco partecipava come parte civile chiedendo un risarcimento per il danno d’immagine provocato alla città. Un danno “riconosciuto – come spiegato dall’amministrazione comunale e che – dovrà essere quantificato in separata sede. Resta ovviamente confermata la sospensione dalla carica di Consigliere per Ernesto Palermo”.
“L’impegno dell’Ente in favore della legalità prosegue immutato – concludono dal Comune – a partire dall’attuazione del piano anticorruzione recentemente aggiornato”.
Anche Corrado Valsecchi, portavoce di Appello per Lecco, ha voluto commentare la sentenza: “Non ci fu Associazione Mafiosa! Sentenza scontata visto i fatti. Tuttavia come ho rimarcato, ora per allora, è sempre meglio aspettare rispettosamente le sentenze prima di fare processi sommari e di piazza. Rispettare il lavoro dei magistrati vuol dire anche riconoscerne l’autorità e il loro lavoro, non essere omertosi”.
“Fiumi d’inchiostro, accuse, editoriali, libri : persone che spesso si infangano con una facilità strepitosa, leggerezze relazionali che vengono scambiate per reati malavitosi, richieste di aiuto istituzionale che vengono interpretate come mediazioni intessute con la n’drangheta. L’aveva già dimostrato Italo Bruseghini dopo il libro Metastasi dove stava la verità portando in tribunale gli autori del libro ” metastasi” e vincendo”.

Secondo Valsecchi “tutti aspettavano la sentenza Palermo per dare addosso ancora a Brivio, per alimentare il sospetto del legame tra il primo cittadino e ambienti malavitosi : adesso sono accontentati ! Se non c’è Associazione Mafiosa per Palermo, figuriamoci per interlocutori minori o persone nemmeno indagate. Appello per Lecco come aveva richiamato in passato a non fare i “magistrati in erba”, sostiene tuttora la necessità di aspettare tutte le sentenze definitive, lasciando lavorare con serenità i magistrati titolari del processo. Come non avevamo condannato a prescindere, non siamo ora a minimizzare”.
“I primi ad essere contenti che non ci sia stata associazione mafiosa dovrebbero essere i cittadini lecchesi – conclude il portavoce di Appello per Lecco – in particolare, quelli che non hanno scambiato la riservatezza di un Sindaco con un atteggiamento omertoso, ma solo rispettoso del lavoro dei magistrati. Mi auguro che questa sentenza possa servire a riportare un po’ di sereno nel confronto elettorale!”

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