Confindustria premia sette aziende per l’internazionalizzazione

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LECCO – “E’ un quadro complesso quello in cui si trovano ad operare oggi le imprese sul mercato internazionale. Ci sono situazioni di rischio legate ad economie che rallentano come quella del Brasile, la guerra in Siria, paese con il quale si è più che dimezzata la quota di prodotti esportati dalle aziende italiane, i Paesi emergenti che a causa della loro svalutazione stanno frenando nell’acquisto dei prodotti europei, poi ci sono invece situazioni positive, come negli Stati Uniti dove sono aperte trattative di collaborazione. La domanda interna sopperisce il deficit delle esportazioni ma dobbiamo guardare al mondo, a regole corrette e ad un mercato che sia accogliente per i nostri prodotti”.

E’ il giornalista del Sole 24 Ore, Luca Orlando, ad aprire il convegno internazionale di Confindustria Lecco Sondrio dal titolo “Unione Europea e Competizione Globale” che si è svolto giovedì pomeriggio nella sala conferenze dell’associazione degli industriali di Lecco.

Il giornalista Luca Orlando
Il giornalista Luca Orlando

 

Un meeting annuale che propone un analisi sulla situazione del mercato internazionale, sul quale le imprese italiane riescono a trovare sbocco per circa 400 miliardi di euro all’anno di esportazioni. “Il lecchese e il sondriese ne esportano 4,1 di cui il 30% verso la Germania – ha sottolineato il presidente di Confindustria Lecco Sondrio, Giovanni Maggi – Quello tedesco è sicuramente il mercato principale per noi ma come aziende dobbiamo guardare anche altrove”.

La preoccupazione per lo scenario internazionale riguarda anche le industrie locali: “I dazi in Russia hanno penalizzato molte nostre società, al contrario auspichiamo l’accordo per una collaborazione strutturata sul mercato americano dove operano da anni numerose aziende lecchesi”.

Giovanni Maggi
Il presidente di Confindustria, Giovanni Maggi

La globalizzazione, secondo il presidente interprovinciale di Confindustria, ha creato “più svantaggi che vantaggi alle imprese manifatturiere italiane. L’apertura verso la Cina ha interessato le multinazionali di altri Paesi europei, i loro interessi sono diversi da industrie come le nostre, il 99% al di sotto dei 50 dipendenti. Non possiamo permettere ad un sistema senza regole di operare senza barriere, sarebbe un errore gravissimo”.

La dimensione medio – piccola delle imprese italiane sono “specificità oggettive che non possono essere superate in breve tempo e che non è detto debbano essere superate – spiega il presidente di Banca Popolare di Sondrio, Francesco Venosta – Gli italiani hanno i propri punti di forza e se provassimo a copiare il modello americano avremmo perso in partenza”.

 

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Il direttore della Banca Popolare di Sondrio, Francesco Venosta

 

Punti di forza che alcune imprese lecchesi hanno saputo ben sfruttare diventando delle eccellenze sul piano internazionale e che per questo, nel corso del convegno, sono state premiate dal presidente Maggi. Si tratta di: Fiocchi Munizioni spa, Fivep spa Cariboni Group, Fomas spa, Enrico Mandelli spa, Osvaldo Cariboni Lecco spa, Siderval spa e SpecialCoffee srl.

Relatori all’incontro lecchese anche Antonio Tajani, vicepresidente del Parlamento Europeo, e Massimiliano Salini, membro della commissione “industria, ricerca energia” e “trasporti e turismo” del Parlamento Europeo.

“Bruxelles è il fulcro decisionale che determina quello che accade anche in Italia ed anche a Lecco – ha sottolineato Orlando – e diventa cruciale quando a minacciare le nostre economie non sono solo le debolezze di economie altrui ma anche il terrorismo”.

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