LECCO – Dopo l’annuncio della Riorganizzazione delle Zone a Traffico Limitato (ZTL) in centro città, c’è chi annuncia di volersene andare da Lecco e cambiare casa: “Basta così, noi andiamo via”. Lapidario il finale della missiva giunta in redazione in mattinata e che proponiamo di seguito integralmente:
“Come ogni mattina, arrivato in ufficio a Milano, ho acceso il computer e sono andato sul sito di Lecconotizie per leggere le novità del giorno.
Mi sono imbattuto nell’articolo sulla riorganizzazione (???) della ZTL tanto propagandata negli ultimi mesi. E non ho più resistito alla tentazione di ribattere.
Da residente in piazza XX settembre ovviamente mi aspettavo che potessero esserci novità anche per noi ma, come al solito, non si può toccare “il salotto buono”. Buono???
Noi, a differenza degli altri residenti in ZTL, non possiamo lasciare l’auto parcheggiata di notte e ci dobbiamo arrangiare con box in affitto (e, mi creda, va bene così. Non potrei tollerare una piazza XX settembre piena di macchine (soprattutto ora che è stata trasformata in una food court a cielo aperto… scusi la facile ironia) ma perché questa discriminazione? Perché io devo spendere più di 100€ al mese per un box quando chi abita in via Cavour può lasciarla per strada?).
Noi dell’AP non possiamo che accedere dal lungolago (e quando è chiuso? Problemi nostri… e se ho la spesa o valigie da scaricare? T’arrangi… e se mio figlio si è addormentato? Lo svegli…) mentre ora “quelli della ZTL” non avranno più vincoli. Ma perché? E, sopratutto, tutto questo per cosa?
Per avere una delle piazze più belle che io abbia mai visto trasformata in un pisciatoio, piena di immondizia abbandonata ad ogni angolo, bidoni dei bar e dei ristoranti in piena vista ad ogni ora del giorno senza alcun controllo? E questo quello che si vuole?
Una volta, un paio di anni fa, provai a discutere di queste cose ma mi venne risposto che “i centri delle città sono così dappertutto… se non le piace può anche cercar casa da un’altra parte…”.
Lui, forse, intendeva un’altra zona di Lecco, io, nel dubbio, sono andato oltre e porto mia moglie e, sopratutto, mio figlio di 4 anni e mezzo in un’altra città.
Da non lecchese (lo preciso per evitare di offendere qualcuno), non posso pensare né permettermi di far crescere qui mio figlio. Proprio non me la sento.
È una città abbandonata a sè stessa, sporca oltre ogni ragionevole limite di sopportazione, malgestita, per nulla valorizzata (solo sul turismo – altro articolo di oggi – sul lungolago, sul Bione e sulla Piccola potremmo aprire pagine e pagine di discussione) e, ultimamente, nemmeno troppo sicura.
Non credo più nei mensili avvisi di “tolleranza zero” verso questo o quell’altro aspetto per poi vedere solo immobilismo e menefreghismo (tanto poi è sempre e solo colpa dei cittadini, del loro scarso senso civico e del loro perdersi in questioni inutili…).
Basta così, noi andiamo via.
Grazie per la compagnia in questi pochi anni.
Buon lavoro e, sopratutto, buona fortuna”.
Marco