RUBRICA – Settembre è iniziato. Per i bambini finiscono le interminabili giornate estive. Per i genitori iniziano le consuete partite a tetris tra scuola, lezioni di musica, catechismo, nuoto, danza, atletica, twirling, equitazione, pallavolo, calcio, basket e chi più ne ha più ne metta.
Ed immancabile nei gruppi Whatsapp “classe nx” il mare magnum dei dubbi di mamme e papà: Sport si o no?? Se si qual è il migliore? Ogni quanto va fatto? Il ? certo fa bene alla schiena, i tuffi però sono pericolosissimi e poi il mio Sigismondo ha l’otite cronica?. Meglio il ?. No il tennis non va bene… crea dissimetrie. Gli sport a squadre⚽? aiutano la socializzazione ma la partita tutti i sabati è un bell’impegno…???
Abbandonare il gruppo o silenziare la chat per il successivo triennio è una buona opzione.
Meglio però prestare attenzione a quello che ci dicono i dati certi: l’Organizzazione Mondiale Della Sanità raccomanda ai bambini ed ai ragazzi di età inferiore ai 18 anni di svolgere almeno 60 minuti di attività fisica al giorno. La mancanza di movimento è uno dei principali fattori di rischio per la salute, con pesanti ripercussioni anche in età adulta (per esempio assenteismo dal lavoro per problemi muscoloscheletrici, aggravio di costi per il sistema sanitario, patologie cardiache, diabete…).
Le statistiche rivelano tuttavia che solo il 34% degli adolescenti europei di età compresa tra 13 e 15 anni tiene una condotta conforme alle linee guida dettate dall’OMS, con il risultato che in taluni paesi europei quasi il 50% dei bambini di otto anni di età ha problemi di sovrappeso e oltre il 25% è obeso.
I livelli di attività fisica presentano un significativo e preoccupante calo tra gli undici e i quindici anni di età, soprattutto tra le ragazze.
Il sistema scolastico non favorisce certo il corretto svolgimento dello sport. L’educazione fisica è limitata ad un massimo di due ore a settimana e non mancano insegnanti che sconsigliano vivamente lo svolgimento di attività extrascolastiche, responsabili di sottrarre tempo prezioso a compiti e riposo.
Al problema di trovare il tempo per fare sport dopo la scuola si aggiunge l’altrettanto grave problema di come farlo.
Da fisioterapista mi imbatto sempre più di frequente in bambini affetti da “dolori di crescita” o infortunati poichè spinti a praticare un solo sport troppo presto e con troppo agonismo.
Nella società attuale, che impone di primeggiare ed eccellere, troppo spesso l’attività sportiva del bambino non è finalizzata al suo divertimento ed alla sua crescita ma alla ricerca della prestazione ed all’individuazione di abilità sportive specifiche.
La “specializzazione” è ormai la regola: i bambini già a 5 anni praticano un solo sport, al massimo due, rigorosamente con la supervisione di un adulto alla ricerca di un nuovo campione.
Il loro bagaglio motorio sarà di conseguenza ristretto. La ricerca scientifica dimostra che la specializzazione precoce dei bambini causa infortuni da sovraccarico e contribuisce al “burnout”, non facilitandone anzi pregiudicandone futuri successi sportivi.
Al contrario meno dolori si hanno da piccoli minore sarà il rischio di incorrere in infortuni in età adulta, con conseguente incremento delle probabilita’ di diventare buoni atleti.
Lasciate dunque che i bambini restino bambini, assecondatene la curiosità, consentite loro di correre in un prato o di giocare a palla in cortile invece di lasciare che trascorrano ore davanti a smartphone e tablet.
Così facendo non garantirete forse ai vostri figli la convocazione per le Olimpiadi di Parigi 2024 o Los Angeles 2028, ma ne agevolerete di sicuro divertimento e passione per lo sport!
Dr. Renzo Alessandro Raimondi
Fisioterapista, Osteopata, Master in Riabilitazione Dei Disordini Muscoloscheletrici
Riceve a LECCO, poliambulatorio Pentavis via Carlo Cattaneo 69
MANDELLO DEL LARIO Via Dante Alighieri 35
OLGINATE via San Rocco 7
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