La giovane è stata protagonista degli eventi della “carovana del giro”
“Un’esperienza unica. Difficile esprimere a parole le emozioni vissute”
LAMBRUGO – Domenica scorsa con la cronometro conclusiva con arrivo nello spettacolare contesto dell’Arena di Verona, si è chiusa l’edizione numero 102 del Giro d’Italia. Un’edizione che ha saputo regalare sorprese, su tutte la vittoria, non certo tra le più quotate alla vigilia, di Richard Carapaz.
Ma la corsa rosa, oltre alle azioni dei ciclisti protagonisti e a tutti i risvolti tecnici che ne conseguono, porta con sè anche molte altre storie, tra le quali quella della giovane studentessa di Lambrugo Sara Nicoletti.
Sara, ciclista fino all’età di sedici anni e figlia d’arte, con entrambi i genitori ex professionisti, ha voluto raccontare la propria esperienza al seguito della corsa come membro dello staff della cosiddetta “carovana pubblicitaria del giro”, ovvero quella complessa macchina organizzativa che ogni giorno intrattiene il pubblico presente sulle strade e nelle piazze delle città di tappa con musica, balli e spettacoli di ogni sorta.
Il racconto di Sara
“Tornare sulle strade del Giro d’Italia rappresenta sempre una grandissima emozione. Questo è stato il mio quarto anno con la carovana, ma devo ammettere che come sempre si è trattato di un’esperienza unica”.
E come ogni anno la carovana ha toccato diverse regioni, anche se le tappe al sud sono state meno rispetto alle scorse edizioni, con il solo arrivo a San Giovanni Rotondo in Puglia e quelli in Abruzzo e nel Lazio a L’Aquila, Frascati e Terracina.
“La distribuzione geografica delle tappe è stata meno omogenea rispetto al passato. Alcuni dei miei ricordi più belli sono senza dubbio legati all’accoglienza ricevuta gli scorsi anni nei paesi del sud, dove la gente fa letteralmente a gara per accoglierti nelle proprie case. In generale comunque in ogni località il Giro d’Italia viene vissuto come una grande festa e noi che ne facciamo parte riceviamo davvero molte attenzioni”.
“La giornata più emozionante vissuta quest’anno è stata invece sicuramente quella trascorsa sulle strade di casa, con l’arrivo a Como, la scalata al santuario della Madonna del Ghisallo, la salita alla Colma di Sormano e il Civiglio. Quel giorno gli aneddoti da parte mia in carovana si sprecavano. Inoltre sul traguardo posto sul lungolago ho potuto festeggiare il compleanno di mia mamma con uno striscione e lì l’emozione è stata davvero fortissima sia per me che per lei”.
Ora Sara si prepara per la stagione estiva, durante la quale lavorerà in un hotel di Livigno come guida ciclistica. Poi il desiderio per il prossimo anno – neanche a dirlo – è quello di tornare nuovamente in carovana. “Sicuramente non voglio fermarmi a quattro edizioni del Giro. E’ vero che ho superato i miei genitori – dice scherzando – ma vorrei poter rivivere questa esperienza davvero unica”.