È impossibile non conoscere Agatha Christie. Hercule Poirot è noto tanto quanto Sherlock Holmes o Maigret.
Ma è possibile non sapere che la Christie ha anche scritto due romanzi intimi e personali col nome di Mary Westmacott. Ritratto incompiuto è uno di questi (l’altro è il Il deserto del cuore), scritto nel 1930 ma edito ottant’anni dopo, nel 2010.
Molti scrittori legati ad un tipo particolare di romanzo, che siano già arrivati al successo, ricorrono spesso all’espediente di usare un nome alternativo quando decidano di lanciarsi in nuovi esperimenti letterari, di solito per evitare clamorose stroncature e non rischiare di rovinare un nome già famoso che è quasi un marchio di garanzia: i critici e il pubblico, infatti, sono spesso poco teneri con chi ha troppo coraggio o esca troppo spavaldamente dal proprio campo.
Nel caso di Agatha Christie le cose sono differenti: la scrittrice iniziò ad usare lo pseudonimo di Mary Westmacott solo dopo il clamoroso divorzio dal primo marito, il colonnello Archibald Christie, avvenuto nel 1926.
È anzi probabile che quel tragico momento segnò forse una svolta non solo emotiva, ma artistica per la scrittrice. I romanzi pubblicati sotto lo pseudonimo di Mary Westmacott sono contraddistinti da una profondissima capacità di analizzare stati d’animo e sembrano nati da una intensa osservazione della realtà: non si può fare a meno di considerarli autobiografici.
La scelta della Christie di usare il nome Westmacott fu probabilmente un modo di tutelare la propria privacy.
Ritratto incompiuto è una vera e propria autobiografia non dichiarata della scrittrice che inizia proprio lì dove Agatha Christie trovò un nodo fondamentale della propria esistenza.
La storia è raccontata attraverso la voce narrante di un pittore che scrive ad una amica, Mary , dello strano, breve, intenso incontro con Celia, la protagonista del romanzo.
Quella che segue, dall’infanzia all’età adulta è, salvo alcuni insignificanti dettagli, una vera e propria autobiografia della scrittrice.
Quasi ogni dettaglio della biografia dell’autrice coincide con quanto avvenne realmente nella sua vita: le date di morte dei genitori e della nonna, il matrimonio, la nascita di una sola figlia ed infine il divorzio e la fuga. Sono pagine deliziose, scritte in maniera impeccabile, in cui un intero universo di rapporti umani, amicizie, amori ed errori ci viene rivelato con una sconcertante onestà.
Trama. Rimasta senza le tre persone che più amava al mondo – la madre, il marito e la figlia – Celia sta pensando seriamente al suicidio quando, su un’isola lontana, incontra Larraby, famoso ritrattista. Tra i due scatta subito un’intesa speciale e Celia gli confessa quanta paura abbia di concedersi una nuova possibilità di essere felice accanto a qualcuno, ma anche quanto la terrorizzi l’idea di vivere da sola. Riuscirà Larraby a far accettare a Celia il suo passato e a convincerla a guardare verso il futuro?