LECCO – E’ un Paese sconvolto, incredulo e smarrito, quello che oggi si stringe intorno alle vittime dell’attentato di Brindisi. Una scuola nel mirino di ignoti terroristi, ed una giovane studentessa, la 16enne Melissa Bassi, vilmente uccisa, senza un perché. Numerose sono le città italiane che oggi hanno deciso di radunare la propria comunità per un momento di raccoglimento, ed anche Lecco ha voluto ritrovarsi nel pomeriggio di sabato, in Piazza Garibaldi, per riflettere e manifestare la propria vicinanza alle famiglie colpite dalla tragedia.
“Siamo vicini alla città Brindisi – ha dichiarato il sindaco Virginio Brivio – soprattutto ai giovani e agli studenti. Abbiamo vissuto in questi mesi percorsi di legalità anche a Lecco, legati al tema del riutilizzo di beni confiscati alla mafia. Per questo ci sentiamo ancora più concretamente vicini a questa comunità. Il mondo giovanile, la scuola, sono risorse fondamentali in cui si coltiva la cultura della legalità; è un terreno che produce molti anticorpi, e il fatto che sia stato colpito, per volontà o per errore, ci preoccupa molto. I fatti di oggi ci offrono però un motivo in più per essere non solo indignati, ma per proseguire in maniera ancora più decisa lungo questo percorso della legalità nelle scuole, anche nel nostro territorio, mantenendo questa tenacia nella vita di tutti i giorni”.
Il sindaco ha anche annunciato che Lecco aderisce alla sospensione dell’inziativa “La notte della Cultura” e delle aperture straordinarie dei musei, così come deciso dal Ministero della Cultura. Viene così sospeso anche il concerto che era previsto in Villa Manzoni.
Presenti al presidio anche il mondo sindacale, con i rappresentati di Cgil, Cisl e Uil; Wolfango Pirelli, in particolare, ha evidenziato come il contesto di crisi economica possa essere uno dei fattori di maggiore preoccupazione, dopo i fatti di Brindisi: “E’ un periodo difficile molte le famiglie, una situazione di crisi particolare, le difficoltà e la povertà rischiano di essere terreno favorevole per chi vuole violenza, terrorismo e attacchi alla democrazia. Per questo – ha spiegato il segretario di Cgil Lecco – la presenza oggi dei sindacati uniti dimostra che le nostre associazioni saranno in prima linea e resisteranno ad ogni atto grave che dovesse venire in futuro, con un impegno diretto alla mobilitazione contro ogni violenza e terrorismo”.
“Noi abbiamo deciso di partecipare sia come insegnati e come docenti, ma soprattutto come Uil, per dare un segnale a chi ha compiuto questo vile attentato – ha dichiarato il segretario di Uil Lecco e professore, Salvatore Pellegrino – E’ un atto che va interpretato e combattuto immediatamente, mobilitando la coscienza della cittadinanza. Lecco è sempre pronta ad essere vicino alle vittime di questi vili attentati, che vogliono colpire la democrazia in Italia”.
Anche il mondo della scuola si è mobilitato, con un presidio di fronte al Liceo Scientifico Grassi, un’iniziativa che ha unito studenti e docenti: “E’ stata colpita la scuola, un presidio di democrazia e legalità – ha evidenziato Salvatore Rizzolino, professore all’Istituto Bertacchi e consigliere al Comune di Lecco – In modo particolare si è voluto colpire una scuola statale, che rappresenta davvero la presenza dello stato in una terra martoriata dalla mafia e dall’illegalità”
“Ci siamo trovati di fronte ad un liceo scientifico, ovvero il simbolo colpito questa mattina; la scuola, la cultura oggi sembrano fare più paura della giustizia” ha detto Alessandro Marcucci, coordinatore provinciale dei Giovani Comunisti di Lecco.
“E’ un momento drammatico, che deve far riflettere – ha dichiarato l’assessore comunale Ivano Donato – Sono in corso delle indagini che dovranno discriminare il tipo di matrice di questo atto; se fosse confermata una matrice di stampo mafioso-intimidatorio, sarebbe un segnale preoccupante per tutta la società e per le istituzioni, che dovrebbero guardare ad una profonda riflessione. Potrebbe voler dire un re-inizio dell’attività mafiosa sul territorio, con una strategia di tipo violento. Speriamo di no.”
“Pare evidente che ci troviamo di fronte ad un atto terroristico di origine mafio – ha ribadito il consigliere al Comune di Lecco, Alessandro Magni – Però sarei anche cauto, perché veniamo da una lunghissima stagione in cui ci sono state anche collusioni con organi invisibili dello stato. Siamo in presenza di un conflitto sociale, che vede i giovani come attori insieme ad altre parti precariezzate, temo si voglia criminalizzare il conflitto sociale stesso, normalizzando la situazione. Questo potrebbe essere uno degli obbiettivi che la mafia si sta dando, insieme ad altri organi che ne hanno interesse”.
Ma al presidio non ci sono solamente gli uomini delle istituzioni e delle associazioni, ma anche cittadini comuni, che non hanno compreso il grande schieramento di bandiere di partito, che sventolavano in piazza: “Non faccio parte di nessuna associazione, sono solo una cittadina – è così intervenuta Maria Luisa Giordano – Credo sia importante essere qui oggi, come cittadini, a mostrare il nostro dissenso verso ciò che è accaduto. Per questo non capisco il bisogno di manifestare con i simboli dei partiti, in quello che dovrebbe essere un momento di raccoglimento dell’intera città”.
“Accertato lo sconcerto e l’amarezza per la morte di una studentessa in un attentato vigliacco – ha dichiarato Duccio Facchini, dell’associazione Qui Lecco Libera – andiamo ora con i piedi di piombo, senza chiacchere e sbilanciamenti, a trovare subito i colpevoli e i mandanti. La comunità però non deve chiudersi, ma deve restare aperta. Per questo ritengo un errore l’annullamento dell’iniziativa sui musei. E poi sarebbe bello notare meno questo bisogno, di parte, nel dire che ci siamo, quando invece manchiamo su molti altri palcoscenici e quando servirebbe ancor più una reale mobilitazione”.