VARESE – Nei giorni scorsi la Guardia di Finanza ha notificato l’avviso di conclusione indagine nei confronti di un soggetto residente nella provincia di Varese indagato per un maxi giro di abbonamenti “pirata” venduti attraverso siti internet e che metteva a disposizione i contenuti offerti dalle piattaforme tv a pagamento.
La frode si è concretizzata nella contraffazione, a fini di lucro, dei marchi delle società Mediaset Premium, Sky, Dazn, Disney Channel coperti da copyright. Un “servizio” che l’indagato avrebbe offerto con canone mensile, che gli avrebbe fruttato al medesimo proventi illeciti per 500.000 euro.
L’uomo è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Milano – Sezione Reati Informatici, per i reati di “Contraffazione, alterazione o uso di marchi o segni distintivi ovvero di brevetti, modelli e disegni”, “Violazione della proprietà intellettuale” e “Frode informatica”.
Le indagini di polizia economico-finanziaria e gli accertamenti bancari eseguiti avvalendosi delle facoltà di polizia valutaria hanno consentito ai militari di identificare oltre 1800 clienti che, per usufruire dell’abbonamento IPTV pirata, hanno effettuato pagamenti al reseller varesotto mediante bonifici bancari o ricariche con carte prepagate.
Gli acquirenti dell’abbonamento illecito sono stati denunciati per il reato di “ricettazione” alle Procure della Repubblica territorialmente competenti dislocate sull’intero territorio nazionale.
Attraverso i contatti presenti sui siti internet (numeri di telefono, indirizzi mail, canali di messaggistica istantanea dedicati) l’offerente indagato gestiva le richieste di informazioni e la stipula dei contratti di abbonamento con i singoli “clienti” i quali, in seguito alla comunicazione del MAC Address, ricevevano il numero dell’ordine con gli estremi per l’esecuzione dei pagamenti.
Singolare, spiegano i finanzieri, che, al fine di declinare ogni responsabilità nel caso di visione di tali canali nel nostro Paese, agli abbonati era indicata anche una delle condizioni di vendita dei prodotti, con la quale sul sito “pirata” veniva espressamente comunicato ai medesimi che la visione di tali palinsesti televisivi avrebbe potuto comportare loro dei rischi collegati ai diritti esclusivi di diffusione della proprietà intellettuale.