La classe politica lecchese contro la decisione del Coni: “Totale dissenso rispetto a questa decisione. Merito sportivo non riconosciuto”
Il sottosegretario regionale Mauro Piazza: “Decisione che rischia di danneggiare l’immaggine di una città intera” Il consigliere regionale Zamperini (FdI): “Il calcio non può e non deve essere questo schifo”.
LECCO – Il calcio può dividere, ma può anche unire. Eccome. E’ il caso di Lecco dove tutte le classi politiche che rappresentano la città in Comune hanno deciso di esporre pubblicamente l’unanime e forte sostegno alla Calcio Lecco e alla famiglia di Nunno “la quale, nuovamente, si fa carico di difendere i meriti conquistati sul campo”.
Un comunicato condiviso, giunto nel pomeriggio, dopo l’esito tanto inaspettato quanto controverso (a fronte di quanto già deciso dieci giorni fa dal Consiglio Federale della Figc), con cui il Collegio di Garanzia del Coni, accettando il ricorso dell’AC Calcio Perugia riammettendolo in Serie B, ha di contro estromesso la Calcio Lecco dalla Serie Cadetta
“Non possiamo che esprimere in maniera forte e decisa il nostro totale dissenso rispetto a questa decisione: fa male dover constatare che il merito sportivo non sia stato riconosciuto, nonostante il parere dell’assemblea della FIGC riunitasi in data 7 luglio, non più tardi di 10 giorni fa – si legge nel comunicato, che prosegue – È impossibile spiegare a generazioni di tifosi blu-celesti, da coloro che hanno visto militare la nostra squadra in serie A negli anni ’60 ai più piccoli, che hanno festeggiato solo qualche settimana fa, questa scelta: pertanto non possiamo arrenderci all’idea che norme burocratiche astratte possano soffocare il vero senso dello sport!”.
Quindi da parte Tutti noi, che insieme rappresentiamo la Città di Lecco, pur nelle diverse responsabilità di Consiglieri Comunali, di Capigruppo, di Assessori e di Sindaco, vogliamo supportare i colori blu-celesti e siamo vicini alla squadra, al mister Luciano Foschi e alla famiglia Di Nunno la quale, nuovamente, si fa carico di difendere i meriti conquistati sul campo. Ci auguriamo davvero che in tutta questa vicenda, alla fine a prevalere sia lo sport nel suo significato più nobile: i risultati ottenuti con il sacrificio, l’impegno e i valori dimostrati sono indiscutibili. Calcio Lecco 1912: noi siamo con voi!”.
Anche Mauro Piazza (Lega) sottosegretario con delega ad Autonomia e Rapporti con il Consiglio Regionale della Lombardia, esprime tutto il suo dissenso: “La decisione del Coni è incomprensibile e rischia di danneggiare l’immagine di una città intera. Si tratta di una scelta che calpesta il principio del merito sportivo, lo stesso su cui, pochi giorni fa, aveva fatto leva il Consiglio Federale della Figc accogliendo il ricorso del Lecco ammettendolo alla Serie B. Ora stiamo a vedere quali sviluppi ci saranno, mentre Lecco si unisce a sostegno della società e di tutta la squadra”.
Il sostegno arriva anche dal consigliere regionale Giacomo Zamperini (Fdl): “Assurdo che il sacrificio, l’impegno e i risultati di giocatori, società e tifosi vengano vanificati da un problema meramente burocratico. Non si può spezzare per delle scartoffie il sogno di un’intera città e di un territorio che ha creduto fino alla fine alla promozione in serie B ed ottenuto una straordinaria vittoria sul campo. In questo momento la squadra dovrebbe poter affrontare con serenità la preparazione all’inizio del nuovo campionato ed invece si ritrova a fare i conti con quanto di più becero sì sia mai verificato nella storia del calcio”.
Quindi il consigliere regionale annuncia: “Fino ad ora siamo rimasti in rispettoso silenzio, confidando nelle Istituzioni e nella giustizia sportiva, ma adesso è arrivato il momento di tirare fuori la voce e dare una sveglia alle autorità sportive preposte, le quali hanno una grande responsabilità in questa vicenda. Tutti i più autorevoli protagonisti del mondo dello sport la pensano praticamente allo stesso modo, e cioè che il Lecco abbia meritato e conquistato sul campo questa promozione, ma in pochi hanno avuto il coraggio di dirlo apertamente e di battersi affinché questo principio meritocratico venga rispettato. Il tempo è scaduto, è urgente far sentire la propria voce e fare chiarezza prima che sia troppo tardi. Ormai non è più questione legata all’omologazione di uno stadio, al reperimento di fondi o al rispetto delle regole, qui si sta mettendo in discussione l’essenza stessa dello sport ed il rispetto per il cuore di centinaia di migliaia di giovani appassionati del pallone. Il calcio non può e non deve essere questo schifo, perché il messaggio che rischierebbe di passare è devastante, per il quale a contare sarebbero più la prepotenza e gli intrallazzi del potere, rispetto al sacrificio ed al gioco di squadra. Le partite si vincono sul campo da giuoco, non nelle aule di un tribunale”.