FIOM: mille nuovi iscritti ed oltre 2500 firme per il referendum

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LECCO – “In una situazione di crisi come quella che stiamo vivendo, assumere delle posizioni politiche sentite e condivise dal mondo metalmeccanico, spiegare ai lavoratori quello che sta accadendo dicendo loro la verità, è una condotta che ci ha premiato”.

Visibilmente soddisfatto, il segretario provinciale di Fiom Lecco, Diego Riva, mercoledì ha illustrati i dati relativi alla campagna tesseramento del 2012, che hanno dimostrato il sostanziale pareggio delle iscrizioni al sindacato rispetto al 2011, risultato per nulla scontato visto la costante perdita di posti di lavoro che colpisce anche il territorio lecchese.

I dati hanno anche evidenziato una nota rilevante: lo scorso anno, la Fiom ha visto l’adesione di 1101 nuovi iscritti; un dato in forte aumento rispetto al 2011 (+ 19,9%), quando le nuove iscrizioni raggiunsero quota 921.

Analizzando le statistiche diffuse dal sindacato lecchese, sono stati 6887 i lavoratori tesserati nel 2012 (erano 6885 nel 2011), per lo più uomini (5582 lavoratori contro 1305 lavoratrici) e operai (6005 tute blu a fronte degli 882 impiegati). Ma l’associazione ha visto l’iscrizione anche 416 artigiani e di un numero maggiore di lavoratori immigrati (1089) rispetto al 2011 (1053). “Tesseramenti certificati” ha spiegato Riva ricordando l’attività di re-iscrizione dei nuovi e vecchi associati alla Fiom Lecco compiuta nel 2010.

Ben 830 sono invece le aziende in cui opera la Fiom Lecco, con oltre 355 delegati. E’ partita proprio da queste industrie l’attività informativa che il sindacato sta mettendo in campo per spiegare le ragioni della contrarietà all’accordo separato sul contratto nazionale, firmato invece dalle sigle dei metalmeccanici di Cisl e Uil.

Altro risultato sottolineato dal segretario è il raggiungimento di oltre 2500 firme in provincia per la campagna referendaria, avviata dal sindacato già ad ottobre, per chiedere l’abrogazione dell’articolo 8 della “Finanziaria/bis” , quindi dell’ammissione delle deroghe da parte della contrattazione di secondo livello, e la modifica all’articolo 18 introdotto dalla Riforma Fornero, che ha negato il diritto al reintegro del lavoratore in caso di licenziamento economico.

“Un’impresa non facile e che ha richiesto un impegno importate da parte dei nostri operatori – ha evidenziato Riva – auspichiamo quindi che questo risultato possa aprire una discussione politica perché, in particolare con l’articolo 18, si è creata maggiore precarietà e disuguaglianza tra i lavoratori”.