LECCO – Cresce la popolazione straniera in provincia di Lecco, che negli ultimi anni è passata da 10.500 unità del gennaio 2001, a 33.000 del luglio 2011, l’83.4% composta da persone residenti, regolarmente iscritte all’anagrafe; un’elemento, questo, che fa emergere con forza il fenomeno di stabilizzazione sul territorio lecchese. Complessivamente, in riferimento al luglio 2010, la popolazione immigrata è cresciuta di quasi 2.000 unità, diversamente da quanto avvenuto negli ultimi due anni.
Le statistiche sono state snocciolate lunedì mattina, durante il convegno per la presentazione del XIII Rapporto sull’Immigrazione in Provincia di Lecco, un’incontro che si è tenuto nella sala consiliare della Provincia, alla presenza di molte autorità tra le quali l’assessore provinciale alla Familia, Antonio Conrater (che ha sostituito il presidente Daniele Nava) e il vice Prefetto Laura Motolese. Al convegno sono intervenuti anche il provveditore scolastico, Giuseppe Petralia, il direttore generale della struttura ospedaliere lecchese Mauro Lovisari, e il monsignor Franco Cecchin.
Si riduce il fenomeno dell’irregolarità rispetto all’anno precedente – complice la recente emersione dal lavoro irregolare – con un record di minimo dell’8% (totale 2.800). Confrontando le macroaree, l’Est Europa ha il più basso tasso di incidenza di irregolari (6%),
al contrario dell’Africa sub-sahariana che ha la maggiore percentuale di irregolari (11%) . Allo stesso modo, un immigrato su tre è occupato in maniera regolare a tempo indeterminato. La quota di disoccupazione decresce dal 21,6% nel 2010 al 16.5% nel 2011 con un’equa distribuzione di questa quota tra i generi anche se siamo lontano dalla quota di disoccupazione del 2009 (4,7%). La maggior parte dei lavoratori maschi sono operai nell’industria (37%), mentre il 28% delle donne lavorano come assistenti domiciliari e addette alle pulizie e 8 % di loro lavorano come interpreti o mediatori culturali. Lecco, inoltre, è tra le province con il tasso più basso di occupazione irregolare.
Per quanto riguarda il grado di integrazione, se ne osserva un incremento all’aumentare dell’anzianità della presenza. Lo stato civile caratterizzato dalla più alta integrazione è quello dei vedovi e dei coniugati. Gli immigrati laureati e diplomati sono in possesso di un livello di integrazione più elevato. L’analisi per appartenenza religiosa non ha evidenziato effetti particolarmente significativi sul livello di integrazione. Infatti, i musulmani e i cattolici hanno un indice di integrazione intorno al 0,6. In generale, l’indice di integrazione mette in luce come la provincia di Lecco si posiziona al terzo posto nella classifica lombarda per l’anno 2011.
“Gli immigrati rappresentano anche nella nostra provincia quasi il 10% della popolazione – ha spiegato l’assessore Conrater – Se sapremo assicurare anche a loro il lavoro per mantenere le loro famiglie e la scuola per i loro figli avremo formato dei nuovi cittadini”.