Accoglienza diffusa: slitta il piano, si attende il Ministero

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Sullo sfondo il Ferrhotel, quando era centro di accoglienza dei richiedenti asilo
Sullo sfondo il Ferrhotel, centro di accoglienza dei richiedenti asilo
Sullo sfondo il Ferrhotel, centro di accoglienza dei richiedenti asilo

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LECCO – Avrebbe dovuto vedere il suo avvio da aprile ma per ora il piano di accoglienza diffusa dei migranti resta al palo: la Prefettura non ha ancora ricevuto il via libera dal Ministero dell’Interno per la convenzione con la Comunità Montana che dovrà successivamente indire il bando ed individuare gli enti gestori.

“Siamo in attesa del parere ministeriale che dovrebbe essere favorevole. A giorni dovrebbe arrivare – spiega l’assessore comunale di Lecco, Riccardo Mariani, promotore del nuovo piano per la gestione dei richiedenti asilo – Una volta pervenuto sarà possibile emettere il bando da parte della Comunità Montana”.

L'assessore Riccardo Mariani
L’assessore Riccardo Mariani

L’accordo tra i Comuni aderenti prevede di strutturare l’accoglienza su quattro livelli: la prima accoglienza dei nuovi arrivi negli Hub (oggi il centro di accoglienza al Bione con 120 posti, che si vorrebbe smantellare, e Ferrhotel con 118 posti) dove avverranno le pratiche di identificazione e i controlli sanitari; la seconda accoglienza in strutture periferiche individuate nei distretti territoriali per circa 30 migranti a struttura, qui verrà insegnato loro l’italiano e verranno forniti i servizi di assistenza e di integrazione; una terza accoglienza, la vera novità del piano, dislocherà i richiedenti asilo in piccoli gruppi nei Comuni aderenti alla pianificazione; infine il quarto livello di accoglienza rappresentato dal Sistema di Protezione dei Richiedenti Asilo e dei Rifugiati, destinato a quei migranti che otterranno il riconoscimento all’asilo politico in Italia, per una durata di assistenza di circa 6 mesi.

Il progetto a giorni avrebbe dovuto essere operativo ed invece, causa lentezze burocratiche, dovrà attendere almeno altri due mesi prima di essere avviato. Una mancanza da parte del Ministero che certo non ripaga, con la sua scarsa puntualità, l’intraprendenza dimostrata dagli amministratori lecchesi nel trovare un piano d’accoglienza alternativo, strutturato e che vuole essere più efficace sul fronte dell’integrazione. Un piano approvato dopo un’accesa discussione dall’assemblea dei sindaci, con la forte opposizione dei primi cittadini leghisti.

“Al momento – prosegue Mariani – la Prefettura proroga di mese in mese le convenzioni con gli enti operanti che si stanno già muovendo sul territorio con apertura di piccoli appartamenti, nell’ottica dell’accordo – ovvero di evitare grosse concentrazioni di migranti in un unico centro – Il Bione – e il suo smantellamento – resta la priorità condivisa da tutti”.

Si aggira intorno ai 900 il numero dei richiedenti asilo accolti in provincia di Lecco, in una ventina di Comuni (su quasi novanta) che si sono resi disponibili a dare loro ospitalità. Qui i dati sull’accoglienza nel lecchese diffusi durante il convegno “Siamo tutti migranti”, promossa dal Decanato di Lecco lo scorso 10 marzo.

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